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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2012 alle ore 13:11.
L'ultima modifica è del 30 gennaio 2012 alle ore 11:35.

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Il ministero dell'Economia ha collocato 7,5 miliardi di euro di titoli del debito pubblico con scadenze nel medio periodo. Il rendimento dei titoli a 10 anni è calato al 6,08% dal 7% della precedente asta di dicembre e quello dei quinquennali è sceso al 5,39% dal 6,6% precedente. Le richieste hanno raggiunto complessivamente i 10,5 miliardi di euro a fronte dei quasi 7,5 miliardi di euro piazzati sul mercato.

Il dettaglio
Nel dettaglio, Il Tesoro ha collocato 3,57 a miliardi di euro di titoli a scadenza 2017 contro una richiesta di 4,63 miliardi di euro. Bene anche l'asta di BTp a 10 anni in cui sono stati collocati titoli per 2 miliardi di euro a fronte di una domanda di 2,85 miliardi. Sono stati infine collocati 1,85 miliardi di euro di BTp a scadenza 2016 e 2021: obiettivo massimo a 2 miliardi di euro.

Le reazioni
Le aste italiane di BTp hanno sofferto delle tensioni odierne sul mercato obbligazionario europeo, che hanno «un epicentro sul Portogallo e sulla Grecia». Lo spiega Sergio Capaldi, fixed-income strategist di Intesa Sanpaolo, aggiungendo che l'Italia ha registrato una «domanda decente», anche se «non ha collocato il massimo». «Ci si aspettava un rendimento sul decennale al di sotto del 6%», osserva Capaldi, aggiungendo che «questo non dovrebbe comunque marcare un peggioramento del sentiment» sull'Italia.

Asta non brillantissima ma che comunque consente al Tesoro di portare a casa un ulteriore calo dei costi di finanziamento sui mercati sul medio e lungo termine. Gli operatori interpellati da Radiocor commentano così l'asta. Non eccezionale, dicono gli operatori, è stato soprattutto il collocamento del nuovo benchmark quinquennale, penalizzato sia dall'ingente ammontare offerto sia dal difficile contesto di mercato legato al declassamento dell'Italia deciso venerdì scorso da Fitch.

«Il BTp a 5 anni - dice un trader - ha concesso molto sul mercato prima dell'asta e questo ha spinto il Tesoro a non collocare il massimo importo offerto e a fermarsi a 3,5 miliardi, malgrado una domanda pari a oltre 4,6 miliardi». Meglio è andato il decennale, che ha sofferto di meno, soprattutto di un importo in offerta pari a soli 2 miliardi di euro.

Aste al netto dell'effetto Bce
Dopo l'asta le Borse hanno limato leggermente le perdite ma non hanno invertito la rotta. L'esito di questa asta, a differenza di quelle della scorsa settimana, è considerato un banco di prova per la fiducia che i mercati ripongono nella solvibilità del debito italiano. I titoli oggetto d'asta, avendo una scadenza superiore a 3 anni, sono infatti fuori dal range d'azione del Ltro (Long term refinancing operation), il super prestito a tasso scontato (1%) offerto a dicembre dalla Banca centrale europea agli istituti di credito del Vecchio Continente, con scadenza a 3 anni. Prestito che, indirettamente, funge anche da sostegno alle aste di titoli di Stato con scadenze fino a 3 anni (il raggio di copertura del prestito) dato che le banche dispongono di una liquidità aggiuntiva (su cui pagano un tasso dell'1%) per acquistare titoli a tassi più elevati.

Il discorso cambia con le aste odierne, dato che i BTp emessi dal Tesoro hanno una scadenza superiore (5 e 10 anni). L'analisi della domanda dei titoli collocati oggi è quindi più attendibile per misurare il livello di solvibilità dell'Italia, dato che è depurata dagli acquisti favoriti dal Ltro.

Va segnalato che anche oggi si è assistito ad un'anomala risalita dello spread BTp-Bund prima dell'asta. In mattinata il differenziale BTp-Bund a 10 anni viaggiava intorno a 411 punti per poi portarsi, a ridosso dell'asta a 433 punti, con il rendimento al 6,13% (ecco perché tassi e spread salgono prima dell'asta).

«I titoli italiani sono stati bersagliati da un discreto flusso di vendite già in avvio di seduta - dice un operatore -. Il declassamento di Fitch - aggiunge - ha spinto molti a realizzare i guadagni che i BTp italiani avevano accumulato al scorsa settimana».

Così, i BTp hanno accusato vendite su tutte le scadenze e lo spread tra titoli decennali italiani e tedeschi è tornato ad allargarsi .

Prossime aste
A pesare è stato anche il fitto calendario di emissioni che coinvolgerà gli emittenti sovrani europei nei prossimi giorni. Mercoledì la Germania riaprirà titoli quinquennali per 5 miliardi di euro e giovedì torneranno sul mercato sia la Francia che la Spagna: la prima con bond con scadenze comprese tra 6 e 10 anni tra 6,5 e 8 miliardi di euro. La Spagna con Bonos con scadenza tra il 2105 e il 2018 fino a 6,5 miliardi.

Con l'asta di oggi, tuttavia, si chiude un mese molto importante per il Tesoro italiano sul versante delle emissioni: «Gennaio - dice un trader - è stato il primo test per valutare la capacità dell'Italia di fare fronte alle proprie esigenze di finanziamento e si può dire che sia stato superato. I tassi sono scesi e così anche i costi di finanziamento. Anche gli obiettivi di raccolta sono stati raggiunti e, cosa più importante, la domanda non è mai mancata».

www.twitter.com/vitolops

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