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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2012 alle ore 16:55.

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Monti: «Il voto in Grecia non basta, serve l'unione politicaMonti: «Il voto in Grecia non basta, serve l'unione politica

Risveglio difficile per il premier Mario Monti e per gli altri leader europei a Los Cabos alla vigilia della sessione inaugurale del G20. Le notizie negative su spread e mercati finanziari in Europa hanno riacceso i riflettori sulla crisi dell'Eurozona. Tutto questo a poche ore dall'esito delle consultazioni elettorali in Grecia con la vittoria della coalizione pro Euro che avevano riacceso le speranze sulla possibilità di avviare a soluzione la crisi dei debiti sovrani in Europa.

«Vediamo che i mercati non sono convinti che basti solo il voto in Grecia», ha detto Monti prima di immergersi in una lunga serie di incontri bilaterali con capi di Stato e di Governo (Messico, Australia, Colombia, Brasile, Unione euoropea, Federazione russa) perché, ha aggiunto «i mercati hanno in mente alcuni vizi d'origine sulla costruzione dell'euro che é compito degli europei sanare». Ma nessuno deve pensare, secondo il premier italiano che l'Ue sia «l'unica fonte del problema» della crisi che ha avuto «origine da squilibri in altri Paesi, tra cui gli Usa».

Monti ha reso noto di essersi congratulato ieri con il leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras, e ha incoraggiato Evangelos Venizelos a formare un governo di corresponsabilità nazionale. Ma il difficile resta ancora da fare. Si tratta di un «compito intenso», a giudizio di Monti, quello che attende i leader europei in vista del vertice di fine giugno che verrà preparato dalla riunione del 22 giugno a Roma tra Monti, Merkel, Hollande e Rajoy.

L'obiettivo è «definire una chiara road map e interventi concreti per rendere l'euro stabilmente più credibile e anche per definire impegni comuni per avviare la crescita». Il presidente del Consiglio ha spiegato che «non abbiamo problemi a discutere dei problemi europei» anche al di fuori delle sedi europee, ma i problemi vanno risolti all'interno dell'Eurozona.

Ed è anche importante, secondo il premier, che tutti i Paesi facciano «i propri compiti a casa» risolvendo i propri problemi interni. È di questo che parleranno questa notte in una cena di lavoro il presidente americano Barack Obama e tutti i leader europei del G20 tranne il premier britannico David Cameron, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso.

Una riunione che vedrà al centro la crisi dell'Eurozona ma Monti ha tenuto a precisare che la moneta comune europea resta comunque molto solida «perché é durata tanti anni». «Noi europei - ha aggiunto - siamo consapevoli, anche per antica tradizione culturale, della interdipendenza, non abbiamo problemi anche a parlare di crisi Ue in un quadro più ampio come il G20 ma è importante avere una attenta attenzione anche sugli altri compiti a casa che nelle altre case del mondo devono essere fatti».

Quanto all'Italia «abbiamo rispettato i nostri impegni ma il compito non finisce qui». Ceerto, rispetto al novembre del 2011 quando si riunì il precedente vertice G20 a Cannesi Cannes, la situazione è radicalmente cambiata. L'Italia «era abbastanza al centro dell'attenzione», ha aggiunto Monti, mentre oggi secondo un rapporto dell'Università di Toronto l'Italia risula al terzo posto con il 90% degli adempimenti presi nel rispetto degli impegni assunti tra i paesi G20 a Cannes.

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