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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2013 alle ore 07:28.
TOKYO - L'economia giapponese si sta riprendendo più del previsto e oggi il mercato azionario ha segnato un rimbalzo di oltre il 3% dopo le turbolenze delle ultime due settimane e mezzo. Il Prodotto interno lordo del Giappone nel primo trimestre 2013 è stato rivisto al rialzo, rispetto alle stime preliminari, a un robusto +4,1% annualizzato, rispetto alla precedente indicazione del 3,5%: sul trimestre precedente il progresso è stato dell'1% anziché il +0,9% della prima proiezione. Gli investimenti di capitale delle imprese (-0,3% anziché meno 0,7%) e la domanda interna sono risultati superiori alle proiezioni iniziali. Rispetto alla crescita del 2,4% negli Usa e alla contrazione dello 0,7% nell'Eurozona, insomma, il Sol levante sta mostrando una economia in fase di rimarchevole ripresa.
Inoltre, sul fronte della bilancia delle partite correnti, il Giappone ha registrato un forte surplus, per un importo di 750 miliardi di yen (circa 7,7 miliardi di dollari) raddoppiato rispetto all'aprile 2012: un miglioramento che riflette in parte l'indebolimento dello yen ma anche i miglioramenti recenti sui mercati finanziari. Il volume dei crediti erogati dalle banche, inoltre, a maggio risulta cresciuto dell'1,8% rispetto a un anno prima, il massimo incremento mensile dall'agosto 2009 (però proprio oggi Mizuho Corporate Bank ha annunciato un rialzo del prime lending rate a lungo termine dall'1,25% all'1,3%: si tratta di un benchmark per una vasta serie di prestiti in Giappone).
A sostenere la Borsa oggi contribuisce in modo rilevante il rafforzamento del dollaro intorno a quota 98 sullo yen, a parte poi l'onda di alcune mosse del governo, come l'annuncio di venerdì che il maxifondo pensioni pubblico comprerà meno bond domestici e più azioni, oltre che più titoli esteri.
La settimana è inizia in recupero per la maggior parte delle Borse asiatiche, incoraggiate dalla sensazione che la Federal Reserve americana non avrà fretta nel rientrare dalla sua politica monetaria espansiva (rafforzata dai dati di tenore misto di venerdì scorso sull'occupazione in Usa, che hanno contribuito a spingere Wall Street). A frenare il "sentiment" degli investitori sono intervenuti nel weekend alcuni nuovi dati che segnalano come l'economia cinese stia rallentando la crescita in questo secondo trimestre, in base a indicazioni inferiori alle attese sull'andamento di alcuni fattori-chiave a maggio. L'export, ad esempio, è salito solo dell'1%, il passo più lento da quasi un anno, con un calo sia nei confronti degli Stati Uniti sia nel confronti dell'Unione Europea, mentre le importazioni sono calate dello 0,3 per cento. Le indicazioni su inflazione, credito bancario e investimenti a maggio sono risultate tutte inferiori alle aspettative, mentre attività industriale e vendite al dettaglio restano al passo del mese precedente.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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