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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2014 alle ore 12:15.
L'ultima modifica è del 01 giugno 2014 alle ore 14:29.

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La cultura si prepara a far propria una dote di oltre 500 milioni di euro. Tante sono, infatti, le risorse che mette a disposizione su vari fronti – dagli sconti fiscali al mecenatismo a quelli per il turismo, dal tax credit a cinema e audiovisivo all'incremento del fondo per la lirica, dagli incentivi per i giovani al grande piano per il rilancio del patrimonio – il decreto legge 83 varato dal Governo la settimana scorsa e pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 125 di ieri.

Il provvedimento, che il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha inviato ieri al Parlamento, si conferma articolato, con interventi sia sul versante culturale sia su quello del turismo. «Un'autentica rivoluzione – ha commentato Franceschini –, un pacchetto di norme che si attendeva da almeno vent'anni». L'obiettivo è uno: tutelare e valorizzare il patrimonio e utilizzarlo anche come leva per far crescere i visitatori del nostro Paese, modificando però il sistema ricettivo e quello di promozione del marchio-Italia. Da qui i crediti di imposta per la digitalizzazione delle strutture turistiche e per la loro ristrutturazione, nonché il cambiamento di rotta imposto all'Enit – che rimane, almeno nella denominazione, tale (l'ipotesi era di chiamarla Agit, Agenzia Italia turismo) – ma entro fine giugno verrà commissariata fino alla sua trasformazione in ente pubblico economico e all'approvazione del nuovo statuto. Sparisce, invece, Promuovi Italia Spa, messa in liquidazione.

Sempre nell'ottica di rivitalizzazione del settore si situano le norme di semplificazione a favore delle imprese turistiche (l'avvio e l'esercizio delle strutture ricettive, così come l'apertura di agenzie di viaggio, sono soggette a Scia) o quelle che annunciano il piano straordinario della mobilità turistica per realizzare «circuiti nazionali di eccellenza».
E rimanendo in tema di semplificazione, ci sono le nuove regole per l'autorizzazione paesaggistica (che diventa operativa nel momento in cui acquista efficacia il titolo edilizio eventualmente necessario per la realizzazione dell'intervento), quelle sugli archivi (scende da 40 a 30 anni l'età dei documenti che gli organi giudiziari e le amministrazioni devono rendere consultabili), sulle riproduzioni di beni culturali (in buona sostanza, le foto nei musei, purché a uso personale, sono ora consentite).

C'è, poi, tutto il pacchetto più propriamente culturale, in cui la parte del leone la fa l'artbonus, ovvero l'incentivo fiscale al mecenatismo, con un corposo credito d'imposta che ricorda quello degli ecobonus (da qui il nome). A questo si aggiungono le misure su Pompei, Caserta, la lirica, il cinema, l'occupazione giovanile (temi per i quali si rimanda alle schedine a fianco). Sul fronte giovanile c'è, invece, da aggiungere che viene rifinanziato nel 2015 con 1 milione di euro il fondo "Mille giovani per la cultura", così come vengono stanziati 1,5 milioni per consentire l'assunzione con contratti flessibili dei giovani laureati che dovranno lavorare nei servizi di accoglienza dei luoghi d'arte.

E a proposito di musei e siti archeologici, c'è la norma che vorrebbe, dopo molti tentativi andati a vuoto, restituire decoro ai monumenti, spesso ostaggio di bancarelle e figuranti. Così come trova posto la volontà di assegnare autonomia scientifica, finanziaria e organizzativa a un numero sempre più alto di soprintendenze. In quegli istituti arriverà anche il manager, ovvero un amministratore unico che si affiancherà al soprintendente e avrà competenze gestionali da spendere per la valorizzazione del bene. Una novità che dovrebbe ridimensionare il ruolo dei privati nella gestione dei servizi aggiuntivi, perché nelle soprintendenze autonome quei servizi dovranno essere svolti in forma diretta.
Tante novità, dunque, anche se ora si dovranno fare i conti con i decreti attuativi – i quali sono sicuramente meno di quelli previsti nel primo decreto legge sulla cultura voluto dal predecessore di Franceschini, Massimo Bray, (quel provvedimento è ancora in larghissima parte inattuato) – ma comunque ci sono. Per esempio, è legata a regolamenti di attuazione tutta la parte sui crediti di imposta al turismo.

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