il caso alifond

Il fondo pensione investe in crediti commerciali di filiera

di Ma.l.C.

(Afp)

3' di lettura

L'obiettivo è noto: costituire per le imprese italiane canali di finanziamento alternativi al sistema bancario fare in modo che le società italiane abbiano. Fondi pensione e Casse previdenziali ci pensano da tempo, anche perché i contributi che raccolgono vengono investiti in tutto il mondo, ma le imprese del italiane attirano una percentuale esigua sia in termini di azioni che di corporate bond. Tra le iniziative pilota per l'investimento nell'economia reale si registra quella del fondo pensione Alifond (poco meno di 50mila iscritti per un patrimonio di oltre 1,2 miliardi di euro) che ha investito tramite un mandato di gestione preesistente nel Supply Chain Fund di Groupama asset management: si tratta di un fondo di direct lending specializzato nell'acquisto di crediti commerciali direttamente dalle Pmi.

Assimilabile a uno strumento obbligazionario, il fondo investe in crediti commerciali e fatture dalla vita sottostante di 3 mesi ma emessi da aziende investiment grade. L'originalità dello strumento finanziario sta nel fatto che il merito di credito considerato non è quello della società che cede al fondo i propri crediti ma quello del suo debitore, ossia il capofiliera (analogamente a quanto accade nel credito dei distretti). Una differenza sostanziale, che riduce così la rischiosità del debitore e di conseguenza i tassi applicati. Superando così uno scoglio su cui si sono scontrati in questi anni i mini-bond e le iniziative di utilizzare questi strumenti come credito per le imprese.

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L'ingresso nel sistema di questo meccanismo di credito ha in prospettiva un altro obiettivo, fondamentale per il sistema delle imprese: ridurre sensibilmente i tempi di pagamento tra privati, dai 143 medi di oggi il più vicino possibile ai 43 della media europea che conta sul mercato italiano 570 miliardi di euro l'anno di crediti commerciali.

In termini di raccolta, il fondo di Groupama conta di passare dai 50 milioni di euro stimati per il mese di giugno ai 250 milioni previsti per il 2020. Dall'altra parte del mercato, quello degli investitori come il fondo pensione Alifond, i gestori offrono un obiettivo di rendimento annuo euribor a 3 mesi più 200 punti base, con fee da 80 basis point annui, inferiori a quelle proposte dai fondi di private debt. Due le classi di questo fondo, con stacco di cedola e a capitalizzazione, a disposizione di chi vuole mettere a valore storico l'investimento - esigenza contabile che riguarda in particolare le Casse privatizzate - e chi invece punta al mark-to-market, come i fondi pensione di secondo pilastro.

“Investire in in crediti commerciali- dice Alberico Potenza, Direttore Generale di Groupama AM Sgr. – permette all'investitore istituzionale di incassare un buon rendimento completamente decorrelato dall'andamento dei mercati finanziari. L'investimento nel Supply Chain Fund si sposa bene con questa tipologia di mandato delle gestioni previdenziali, in quanto il fondo presenta un'asset class di diversificazione e un'opportunità di rendimento importante in un mandato che persegue una logica di rendimento assoluto slegato dall'andamento del mercato”.

“Abbiamo scelto il Supply Chain Fund – dice Sandro Mantegazza, Presidente Alifond - perché investe realmente nelle imprese e Pmi italiane che sono le entità in cui gli stessi aderenti ai fondi pensione potenzialmente operano e perché offre rendimenti interessanti con un profilo di rischio contenuto, rispetto ai tradizionali fondi chiusi. Inoltre diverse caratteristiche di questo fondo, come ad esempio il Nav mensile, si sposano bene con la logica dei fondi pensione e con quanto richiesto dalle autorità di vigilanza. Questa operazione, tramite il mandato total return gestito da Groupama Am, vuole essere il primo passo di un percorso che Alifond intende intraprendere a sostegno dell'economia reale del nostro Paese, mantenendo però un profilo di rischio/rendimento allineato a quello di un Fondo Pensione”.

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