Cresce il numero di imprese in Italia, ma è boom di fallimenti: +19% in nove mesi

I rilevamenti di Unioncamere offrono un quadro dai tratti bipolari per il momento che sta vivendo l'economia del Paese. Da un lato cresce il numero delle imprese: 16.500 attività in più nel trimestre compreso tra luglio e settembre, rispetto al periodo precedente (+0,3%). Dall'altro si registra un boom di fallimenti: oltre 10mila nei primi nove mesi dell'anno; il 19% in più rispetto al 2013 quando già l'incidenza sul tessuto produttivo era stato notevole.
E' il quadro che emerge da Movimprese, la rilevazione realizzata da Infocamere sulla base dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio.

Il saldo positivo di oltre 16mila realtà è frutto delle quasi 73mila iscrizioni a fronte di 56.382 cessazioni. Come sottolinea Unioncamere, si tratta di 4mila imprese in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Ma, anche in questo caso, è vietato entusiasmarsi, in fatti il tasso di crescita risicato (+0,3%) si spiega col fatto che il volume di iscrizioni nel trimestre è il più basso dal 2005 sullo stesso periodo dell'anno. Oltretutto, il segno “più” non è per tutti: infatti il settore artigiano registra un andamento negativo: 17.835 iscrizioni a fronte di 18.767 cessazioni, quasi mille in più.

In generale, le società di capitali (oltre 18mila iscrizioni) sono quelle che hanno il saldo migliore (quasi 12mila unità) e il tasso di crescita più elevato, pari a 0,8%.
A livello territoriale, il risultato più positivo in termini assoluti è quello del Lazio (+3.330 imprese in più tra luglio e settembre), seguito dalla Lombardia (3.184) e dalla Campania (+2.084). In termini relativi il quadro non cambia aspetto e la più “prolifica” regione risulta sempre il Lazio (+0,53%) seguita questa volta da un terzetto ravvicinato composto da Campania (+0,37%), Trentino Alto Adige (+0,36) e Lombardia (+0,34).

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