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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2014 alle ore 12:20.
L'ultima modifica è del 17 aprile 2014 alle ore 08:58.

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Con una decisione che fa contenti tutti i tassisti (anche a Milano) e sembra non tenere conto dei diritti dei consumatori, un tribunale di Bruxelles ha messo fuori legge Uber, il servizio di taxi che possono essere prenotati con lo smartphone: un app per il noleggio auto che sta guadagnando sempre più spazio tra i cittadini e che - nonostante le controversie normative - sta di fatto aprendo il mercato del trasporto nelle città di tutto il mondo. Nell'ordinanza, con effetto immediato, emessa dai giudici belgi si spiega che Uber non ha le autorizzazioni necessarie per operare nel Paese. Ma la Commissione europea si è detta sconcertata per la decisione del tribunale di Bruxelles.

L'attività di Uber «non è compatibile con le nostre leggi, è gestita da guidatori sprovvisti di licenza e non rispetta le regole dei tassisti tradizionali», ha fatto sapere il ministro dei Trasporti belga Brigitte Grouwels, favorevole al provvedimento del tribunale nel quale si stabilisce anche che i conducenti di Uber sorpresi a circolare malgrado il bando dovranno pagare una multa di 10mila euro. Il bando deciso dai giudici belgi ha scatenato le pesanti critiche di Neelie Kroes, commissario europeo all'Agenda digitale. «È una decisione assurda, una cosa vergognosa. Non ha niente a che vedere con la protezione dei consumatori ma piuttosto con la protezione della lobby dei tassisti».

La sentenza belga è solo l'ultima ad andare nel senso di una serie di restrizioni e di impedimenti normativi per la società nata a San Francisco per iniziativa di Garrett Camp e Travis Kalanick, che ha lanciato il suo primo servizio di trasporti nella città californiana nel 2010 e che - forte dei finanziamenti di big come Google, Goldman Sachs, Menlo Ventures e Bezos Expeditions - sta tentando di scardinare le resistenze del mercato in Europa.

Per i vertici di Uber l'ordinanza dei giudici non è certo un a sorpresa. «Uber ha dovuto affrontare molte sfide e ha dovuto vincere molte resistenze in molte delle città dove ha lanciato il proprio servizio», hanno commentato con tranquillità dalla sede californiana.

In Francia e in Italia le associazioni dei taxi che operano con regolare licenza si sono opposte duramente all'attività di Uber che di fatto apre il mercato dei trasporti a maggiore concorrenza. E con una serie di manifestazioni di protesta hanno bloccato le città. A Milano i sindacati dei tassisti hanno tappezzato la città di manifesti con la foto di Benedetta Arese Lucini, general manager in Italia di Uber, e la scritta: «Maledetta Arese Lucini, go home!».

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