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Anno record per le startup che innovano il mattone

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l’osservatorio

Anno record per le startup che innovano il mattone

Nei primi tre mesi dell’anno le startup del real estate hanno raccolto 428 milioni di dollari dopo un 2015 record sia in termini di operazioni che di finanziamenti. Il mattone mai come in questo ultimo anno è in cerca di idee. E lo ha fatto investendo in startup. L’immobilità del real estate punta a restare solo sulla carta. E il comparto adesso, dopo qualche anno di gap dall’arrivo sul mercato dei portali di ricerca, innovativi e di successo, come casa.it, immobiliare.it e idealista.it, tenta di recuperare il terreno perso, emulando esempi in arrivo da Oltreoceano. «Le prime esperienze sono state tutte sul fronte ricerca degli immobili - dice Stefano Mainetti, consigliere delegato di Polihub, l’incubatore gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano -. Adesso ci si sposta su formule più evolute, come la ricerca con virtual tour». È quanto fa 3DSign, parte del portafoglio dell’incubatore Polihub, con l’obiettivo di vedere la casa e disegnare già l’arredamento. «In questo caso abbiamo analizzato l’idea, già realizzata in relazione a Facebook, iter rischioso, e così abbiamo generato un servizio indipendente - dice -. La sfida è rendere industriale il processo abbattendo i costi. Il punto di arrivo è che sia il proprietario a fare la ripresa e creare i rendering della casa». La strada più facile è digitalizzare il business tradizionale, per aumentarne la produttività. Su questo filone si rende tecnologico il property management, dall’imbiancatura alle pulizie. «Si tratta di servizi di property e facility - dice Claudio Cacciamani, ordinario all’Università di Parma -. Servizi integrati dalla manutenzione alla partecipazione alle assemblee di condominio alla cura dei contratti di affitto».

In futuro si salirà di livello. «Modelli ancora più innovativi sono quelli broker free, portali che danno servizi di ricerca ma non gestiti da intermediari, tipo Homepal e Immoneo - dice ancora Mainetti -. Sono settori difficili da aggredire. L’utente deve fare attenzione che non ci siano foto manipolate, metrature non reali e così via. Negli Usa queste società hanno avuto poco successo».

Stesso trend per gli affitti, che diventano anche sempre più specializzati. A Milano è nata Yi-ton, società di servizi e intermediazione (in cinese significa “fluidità”) che gestisce appartamenti per studenti cinesi che vengono in città. E che dire dei servizi basati sul fattore umano? Esistono, sempre all’estero, servizi per trovare il miglior agente sulla piazza. In Italia bisognerebbe prima pensare ad aumentare la professionalità del settore. «Un altro problema è che nel mondo si stanno contraendo le disponibilità dei venture capital» dice Mainetti. Ecco che quindi si punta alla raccolta soldi per comprare immobili, un crowdfunding finalizzato all’acquisto per esempio in multiproprietà. «Si tratta di nuove forme di finanziamento a favore delle iniziative dove il contenuto immobiliare è comunque di rilievo - spiega Cacciamani -. Penso al crowdfunding per il restauro di immobili poi adibiti a iniziative turistiche o del food. In questo caso, nel momento in cui tale forma di finanziamento prendesse avvio in modo corposo come all’estero, si potrebbe avere il recupero di spazi e immobili da adibire sia alle nuove iniziative (startup), sia al recupero di immobili anche di contenuto storico-artigianale-commerciale».

Un filone è dedicato all’efficienza energetica, con valutazione immediata e piano di ottimizzazione del consumo elettrico di un appartamento. «Manca la regolamentazione del pagamento dei servizi - dice Mainetti -. In Italia si possono pagare fino a 5mila euro come prestazione occasionale e poi? I servizi con pagamento ore/uomo vanno sistemati dal punto di vista normativo».

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