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question time alla camera

Gentiloni: Italia ultima tra i grandi Paesi Ue nel commercio di armi verso Riad

La vendita di armi è un settore di punta del “made in Italy”, ma non supera i paletti posti delle normative nazionali, europee e internazionali «sia per quanto riguarda l'embargo che per i sistema d'arma vietati». La puntualizzazione arriva dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che rispondendo in Aula alla Camera nel corso del question time di oggi a una interrogazione urgente M5S ha anche smentito l'interrogante Manlio De Stefano, membro della commissione Esteri, sulla presunta leadership dell'Italia nella vendita di armi a paesi compromessi con il terrorismo o vicini ad aree a rischio.

Regno Unito, Francia e Germania sempre prima di noi
L'Arabia Saudita, in particolare, «che fa parte della coalizione anti-Daesh», ha sottolineato il ministro, non è affatto il primo Paese destinatario delle nostre esportazioni» di armi. In base alle ultime relazioni al Parlamento sulle esportazioni di armi, nel 2014, ha spiegato Gentiloni, l'Italia «è il sesto Paese esportatore, mentre nel 2013 è stata preceduta nelle esportazioni da Regno Unito, Francia e Germania». Tra i quattro grandi Paesi europei l'Italia è dunque quella che esporta di meno verso Riad. Verso Israele, Paese amico, «abbiamo esportato 3 milioni di euro a fronte dei 260 della Germania, dei 36 milioni della Francia, dei 28 milioni della Romania, dei 12 milioni della Gran Bretagna». Per quanto riguarda la Siria e la Libia, ha concluso Gentiloni, «ovviamente il governo italiano rispetta pienamente l'embargo a livello di armi stabilito nel 2011 a livello internazionale per entrambi i Paesi».

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