Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2012 alle ore 07:53.

My24

Sarà anche la recessione, l'euro debole o quello che vi pare, di fatto l'exploit di giugno del saldo commerciale extra Ue è un importante segnale di vitalità delle nostre imprese. Un po' meno della domanda interna, ma si sapeva.
Un mese è troppo poco per dare giudizi? Bene, prendiamo in esame un periodo più lungo, il primo semestre dell'anno.

E i dati dell'Istat registrano che rispetto al primo semestre del 2011, l'export ha lambito il +10% contro uno scivolone del 3,8% dell'import. Trainante si rivela un po' tutto il made in Italy: dalla meccanica (una bandiera!), agli elettrodomestici, dall'arredamento fino al tessile-abbigliamento. Insomma anche nei momenti di grande difficoltà le nostre imprese non disertano il campo e anzi aumentano gli sforzi all'estero per dribblare le pene di un mercato domestico in coma profondo.
Sarà anche vero, come sottolineano gli economisti che vedono nero, che i mercati extra Ue si collocano in quella parte del mondo che ha più fiato, ma il centro di analisi economica Ref conferma, per fine anno, un clamoroso rovesciamento del saldo commerciale complessivo. La nostra bilancia commerciale dovrebbe passare dal -24 miliardi del 2011 al +5 miliardi del 2012. E nel dato è sempre compreso il salasso dell'energia.
Probabilmente è vero che una fetta di merito va ascritta al crollo della domanda italiana di beni e possiamo anche accettare, a denti stretti, che il nostro Paese è diventato un esportatore netto di recessione. Ma il +10% dell'export dove lo mettiamo?

Shopping24

Dai nostri archivi