Economia

La crisi colpisce anche i domini «.it»: in 500mila hanno…

  • Abbonati
  • Accedi
INTERNET

La crisi colpisce anche i domini «.it»: in 500mila hanno detto addio alla rete

La crisi contagia anche la rete. Lo dicono i numeri del mercato dei domini internet che negli ultimi anni a fronte di una crescita con il freno tirato rispetto al passato vedono per la prima volta registrare un boom di cancellazioni. È il caso dei domini «.it» - il Country code top level domain (cctld) - che rappresenta il made in Italy nel web. L'anno scorso le registrazioni sono aumentate (+4,8%) assestandosi a un totale di 2,8 milioni, ma gli addi alla rete hanno raggiunto quota 495mila.

La crisi cancella le Pmi in rete
Per capire i motivi di questo “addio alla rete” il Registro .it, l'anagrafe dei nomi a dominio nazionali gestita dall'Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr), ha avviato un'indagine statistica su un campione di 1.417 microimprese (in forma di società e di liberi professionisti) che hanno cancellato il proprio dominio. I risultati raccontano un quadro fortemente collegato alla crisi: la durata media di utilizzo del «.it» è di circa 3 anni e il 69,5% del campione ha cancellato il proprio dominio perché si era concluso il progetto per cui era stata richiesta la registrazione. E infatti più di tre quarti del campione, dopo la cancellazione, non ha sostituito il suffisso italiano con un concorrente. Altre ragioni della cancellazione riguardano i costi ritenuti troppo alti, l'utilizzo di alternative o la ricerca di una diversa connotazione di immagine. E infine il mancato riscontro dei vantaggi ipotizzati.

Un errore cancellare la propria identità web
Chi sceglie il «.it» lo tiene per un minimo di tre anni, mentre chi lo abbandona lo rimpiazza con un'altra estensione solo nel 7% dei casi (e per il 64% si indirizza verso il «.com»). Ma quanto è importante avere un nome a dominio per affermare la propria identità digitale in rete e proteggere il proprio marchio? «La cancellazione del proprio dominio - dice Domenico Laforenza, direttore del Registro .it e dell'Iit-Cnr - è una strategia comunque sbagliata, perché porta alla perdita dell'identità nella Rete e si traduce anche nell'abbandono della comunità costruita attorno al dominio collegato a un marchio, a un servizio, a un prodotto». «La difficoltà economica - insiste Laforenza - non è una buona motivazione per privarsi di un servizio che ha costi contenuti e che rappresenta la vetrina della propria azienda sul web». Nasce da qui il progetto «Digitaly» che vede il Cnr a fianco di alcuni colossi del web per diffondere le competenze digitali tra le imprese italiane.

© Riproduzione riservata