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Borse cinesi sostenute dall’intervento di Pechino. Shanghai +…

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la giornata dei mercati

Borse cinesi sostenute dall’intervento di Pechino. Shanghai + 5,7%, anche Tokyo in rialzo (+0,6%)

TOKYO – Le nuove drastiche misure di emergenza varate in Cina a sostegno delle Borse (franate di oltre il 30% nelle ultime tre settimane) cominciano ad avere successo, provocando un forte rimbalzo a Shanghai e Hong Kong e supportando anche gli altri mercati azionari asiatici.
La Borsa giapponese ha chiuso in rialzo dello 0,6% a 19.855,5 punti, dopo aver iniziato le contrattazioni con un tonfo di oltre il 3% analogo a quello accusato ieri, scendendo brevemente ai minimi da tre mesi. L'apprezzamento dello yen sul dollaro aveva accelerato inizialmente le pressioni ribassiste nel quadro di una rinnovata avversione al rischio da parte degli investitori, spaventati dalla rotta dei mercati azionari cinesi e resi guardinghi dalla possibilita' di un Grexit in grado di generare ulteriori turbolenze finanziarie in Europa. Il Nikkei ha poi cominciato a recuperare parzialmente sull'onda del “bargain hunting” di vari investitori e del recupero delle Borse cinesi. Rimbalzo record alla Borsa di Shanghai, con l'indice Shanghai Composite che ha chiuso con un rialzo del 5,76% a quota 3.709 punti in quello che appare come il maggior balzo giornaliero dal 2009 (con recuperi, prima della chiusura, superiori al 7%).

Nuovi interventi pubblici in Cina
Pechino ha introdotto un divieto per sei mesi agli investitori (anche stranieri) di vendere azioni in società quotate di cui possiedono oltre il 5%, mentre molte imprese hanno colto l'occasione per riacquistare azioni proprie. Sara' inoltre incoraggiato il “rollover” dei prestiti garantiti da titoli azionario. Alcuni grandi azionisti statali delle principali banche si sono altresi' impegnati a non diminuire le loro partecipazioni o anche a incrementarle e la Securities Finance Corp. gia' ieri ha reso noto che dirottera' risorse verso i fondi comuni (mentre a fine giugno la banca centrale aveva tagliato i tassi per la quarta volta in sette mesi). . Le autorita' intende anche indagare con durezza sui responsabili di “short selling” speculativo. Non guasta, a dissipare i peggiori timori sull'economia, che sia stato reso noto il dato su una inflazione in crescita in Cina a giugno all'1,4% dal +1,2% di maggio, anche se i prezzi alla produzione restano sotto pressione.

La ripresa dello yen
La divisa giapponese viene intanto riscoperta come safe haven e si rafforza: sul dollaro: e' arrivata anche sotto la soglia di 121 nei confronti del dollaro e sull'euro e' tornata sotto un cambio a 134, recuperando leggermente nel prosieguo delle contrattazioni. A pesare sul dollaro sono arrivate anche gli ultimi verbali della riunione di giugno della Federal Reserve, che evidenziano diffusi subbi sulla forza dell'economia Usa e sembrano allontanare l'avvio dell'attesa manovra rialzista sui tassi. Particolarmente penalizzata oggi alla Borsa di Tokyo l'azione di Toshiba, dopo l'emergere di ulteriori particolari sconcertanti sulle manovre per gonfiare in modo artificiale i profitti nel settore delle infrastrutture e le indiscrezioni sulla possibilita' che ceda asset per un valore di circa 200 miliardi di yen, tra cui la quota nell'americana Westinghouse.

Più ordini di macchinari in Giappone
In positivo, e' arrivato il dato sugli ordini “core” di macchinari in Giappone, saliti a maggio oltre le attese (+0,6% su aprile e +19,3% rispetto a un anno prima) a un valore che rappresenta il massimo dal giugno del 2008. Una indicazione che fa ben sperare sull'andamento degli investimenti di capitale delle imprese, ma vari analisti non le danno soverchia importanza per la tradizionale volatilita' su base mensile di questo tipo di dati. Visto che la domanda esterna sembra indirizzata verso un indebolimento, tra crisi greca e rallentamento cinese che probabilmente risultera' superiore alle attese, per tenere a galla l'economia giapponese gli investimenti appaiono essenziali, a fronte di una persistente debolezza relativa dei consumi. Il secondo trimestre 2015, comunque, si profila a crescita intorno a zero dopo un robusto primo trimestre.

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