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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2013 alle ore 13:51.
L'ultima modifica è del 05 dicembre 2013 alle ore 17:38.
Tassi invariati allo 0,25% e poche concessioni anche alle politiche «non convenzionali», che restano sì a disposizione della Banca centrale europea (Bce), ma non appaiono poi così imminenti. La riunione odierna dell'Istituto centrale e la successiva conferenza stampa del presidente, Mario Draghi, non ha riservato le stesse sorprese del mese precedente, quando il costo del denaro venne abbassato al minimo storico dello 0,25%. Ma se su questo tema non ci si attendeva niente di nuovo, sul fronte di una nuova eventuale Ltro, dei tassi negativi sui depositi e sulla pubblicazione dei verbali forse qualche analista è rimasto deluso.
Politica monetaria ancora accomodante per favorire la ripresa
Durante la conferenza stampa successiva alla riunione il presidente della Bce, Mario Draghi, ha confermato che la politica monetaria della Bce resterà «accomodante» e che i tassi rimarranno «su questi livelli o più in basso» per un periodo «lungo», anche perché «le pressioni dei prezzi restano contenute nel medio termine». La crescita dell'Eurozona, se pur positiva anche nel quarto trimestre dell'anno, resta complessivamente debole secondo Draghi, mentre la ripresa sarà «lenta».
Più crescita e meno inflazione per il futuro
A questo proposito, gli analisti della Bce hanno leggermente ritoccato al rialzo le previsioni sull'economia dell'Eurozona: ora per il 2013 viene prevista una frenata del Pil dello 0,4% (dato invariato rispetto alle precedenti stime), che sarà seguita da un rialzo dell'1,1% per il 2014 (era +1% 3 mesi fa) e dell'1,5% per l'anno successivo (nuova proiezione). Per quanto riguarda le attese di inflazione l'Eurotower ha invece operato una limatura rispetto a settembre: si prevede un incremento dell'1,4% per il 2013 (era 1,5%), dell'1,1% per il 2014 (rispetto all'1,3%) e dell'1,3% per il 2015, tutti valori inferiori all'obiettivo, che resta «al di sotto, ma vicino al 2%».
Non ancora pronti a diffondere i verbali delle riunioni del board
Rispondendo ai giornalisti, Draghi ha raffreddato le attese per un'imminente pubblicazione dei verbali delle riunioni del comitato direttivo (come già fanno la Federal Reserve e la Banca d'Inghilterra): «non è ancora pronta la proposta per una diffusione delle minute», ha detto il presidente dell'Eurotower. Il tema è stato comunque affrontato dal board, ma il ritardo accumulato «dipende dalla complessità
dell'argomento». Con riguardo invece alle decisioni prese un mese fa, Draghi ha detto che il taglio dei tassi «era pienamente giustificato» e che si assiste già a sviluppi positivi quali la «progressiva riduzione della frammentazione del mercato finanziario dell'Eurozona», ma ha anche ammesso che «ci vuole del tempo per vedere pienamente dispiegati gli effetti della politica monetaria».
Draghi prende tempo su nuova Ltro e tassi negativi sui depositi
Incalzato dalle domande, Draghi ha confermato che nella riunione odierna c'è stata una «breve discussione» in merito all'ipotesi di tassi negativi applicati sui depositi che le banche lasciano presso l'Eurotower. Parziale frenata anche sulla prospettiva di nuovi prestiti a lungo termine alle banche (Ltro): «Se oggi dovessimo varare nuove misure del genere, vorremmo essere sicuri che vengano utilizzate per l'economia» reale, ha sottolineato il presidente della Bce. Nel complesso, tuttavia, «il messaggio di oggi è che siamo pronti e capaci di agire», anche se «non si è discusso di uno specifico strumento».
I governi non fermino gli sforzi per ridurre i deficit
Non è mancato neanche stavolta un richiamo alla responsabilità dei politici: I governi «non devono fermare gli sforzi in corso per ridurre i deficit e sostenere gli aggiustamenti fiscali», ha detto Draghi leggendo la nota introduttiva. Le misure di consolidamento devono però essere «orientate alla crescita e avere una prospettiva di medio termine in modo di migliorare i servizi pubblici e al tempo stesso di minimizzare gli effetti distorsivi della tassazione». «Per generare crescita servono stimoli ma anche la correzione degli squilibri», ha poi aggiunto il presidente della Bce, spiegando che «i governi devono fare le riforme, perché la crescita bassa dipende da riforme non fatte». Quanto alla rivalutazione delle banche nel capitale di Banca d'Italia, il parere della Bce non è stato ancora adottato perché «sta seguendo la normale prassi: è stato trasmesso alle Banche centrali nazionali che preparano le proprie opinioni al riguardo, si tratta della normale procedura».
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