Tecnologia

Registro elettronico: un vantaggio o un miraggio?

  • Abbonati
  • Accedi
scuola

Registro elettronico: un vantaggio o un miraggio?

Sei istituti su dieci in Italia hanno adottato il registro elettronico. I dati sono del Ministero dell’Istruzione e dell’Università, che a fine 2014 sottolineava come nel 58,2% degli istituti il vecchio registro cartaceo era andato in pensione. I dati aggiornati devono ancora essere diffusi, ma con ogni probabilità questo numero è aumentato, anche se dall’analisi dell’evoluzione della scuola emerge come sia più massiccia la digitalizzazione del registro del professore, quello cioè nel quale i docenti annotano i voti di profitto degli alunni, mentre per il registro di classe, nel quale vengono registrate assenze e presenze, in buona parte degli istituti sopravvive ancora la doppia versione, quella cartacea e quella digitale.

Il piano di digitalizzazione del Miur proseguirà anche quest’anno. Se, infatti, nel 2015 era previsto uno stanziamento di una prima tranche da 90 milioni di euro, nell’ambito del
Piano nazionale digitale previsto dalla riforma della “Buona Scuola”, negli anni successivi gli investimenti dovrebbero essere pari a 30 milioni di euro. La diffusione del registro elettronico dipende anche, ovviamente, dalla dotazione informatica degli istituti, dal numero dei pc o tablet disponibili e dalla connessione al web, che non è omogenea a livello nazionale.

La reazione di fronte al processo di digitalizzazione scolastica è stata variegata sia fra gli insegnanti sia fra i genitori. Si va dai detrattori per partito preso agli sponsor dell’innovazione ad ogni costo. Il dibattito resta ancora aperto, dal momento che la nuova tecnologia introdotta permette una più diretta e veloce partecipazione della famiglia alla vita scolastica. E lo dimostra la partecipazione ieri al dibattito online a seguito del post
Contro il registro elettronico e i gruppi whatsapp dei genitori.

Se, infatti, non viene assolutamente messa in discussione la validità della tecnologia in sé e dello snellimento delle procedure a livello di istituto, restano alcune perplessità sull’uso che della tecnologia gli insegnanti, le famiglie e gli alunni riusciranno a fare. Resta innegabile il fatto che il rapporto fra gli attori del patto scuola-famiglia sono destinati a mutare, come d’altra parte avviene in ogni ambito. La scommessa per insegnanti e genitori sarà quella di creare un nuovo modello formativo.

I ragazzi, da parte loro, hanno già prodotto gli anticorpi: come si legge sui social network, danno password errate ai genitori, le cambiano a loro insaputa, presentano screenshot stampati con i voti di compagni che vanno meglio.

© Riproduzione riservata