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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2012 alle ore 17:01.

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Monti, nessuna illusione su ricette miracolistiche, l'emergenza non si risolve in un annoMonti, nessuna illusione su ricette miracolistiche, l'emergenza non si risolve in un anno

«Non pensiamo oggi di essere al punto di avere già compiuto il cammino della emergenza. Purtroppo no, non si risolvere in un anno o cinque mesi ciò che per decenni si è costruito». A dirlo è il premier, Mario Monti, al Forum della Confcommercio a Cernobbio con una avvertenza: nessuno si faccia «illusionì su ricette miracolistiche». Per Monti è necessario tenere «basse le aspettative. Il Paese non è in una situazione brillante in cui si possono fare promesse».

Ora fare di più per crescita e occupazione
«Ora abbiamo un pò più di respiro per favorire la crescita e l'occupazione», ha detto il premier Mario Monti precisando che «non siamo insensibili agli aspetti sociali». Dopo il ddl sul lavoro «ora ci mettiamo di più all'opera per la crescita» e per abbassare i tassi di interesse facendo risparmiare molto allo Stato e alle imprese. Ha detto nel 2012 di non promettere a nessuno crescita, ma «meno recessione». Ha invitato din da ora ad avere pazienza nei confronti dei politici che verranno, perché ci sarà bisogno di sostegno a operazioni molto lunghe.

Lavorando sui tassi facciamo risparmiare Stato e imprese
«Sapete dove abbiamo operato per la crescita senza dirlo? Nel lavorare in modo pesante ai fini della riduzione dei tassi di interesse. Così facciamo risparmiare allo Stato rispetto ai livelli folli (di tassi, ndr) di quando siamo entrati in carica, e facciamo risparmiare un pò, facendo moral suasion con le banche, anche alle imprese».

Ancora rischi dalla Spagna
La Spagna «sta dando all'Ue preoccupazioni perchè i tassi salgono e ci vuole poco per ricreare contagio che potrebbe allargarsi», ha detto Mario Monti, spiegando che la Spagna «ha fatto una riforma del lavoro molto incisiva, ma non ha posto attenzione sui conti».

Riforma del lavoro: «salvo intese» non significa che il testo è aperto
Il testo della riforma sul mercato del lavoro è stato approvato «salvo intese» nel senso che «nessuno si illuda che significhi che forze importanti che abbiamo ascoltato ma esterne al governo, possano in qualche modo intervenire». Si tratta cioè di «un processo di affinamento di un testo complesso, ma non è aperto a contributi esterni». La riforma del lavoro, ha detto Monti, può essere modificata solo da Governo e Parlamento. Il premier ha detto di essere «molto grato al ministro Fornero per aver guidato questa operazione e a tutti i ministri». Ha detto di aver trovato un «grande senso di appartenenza alla squadra».

Le parti sociali non hanno più il cedolino del diritto di veto, ma sono più autorevoli
«A mio giudizio e del Governo, le parti sociali, non più provviste di cedolino con diritto di veto, sono più autorevoli di prima» ma «al loro
posto». Comunque sia l'esito di questo governo, ha detto il premier, «che mi auguro sia positivo, non cercherò il consenso che non ho cercato».

Non mi aspetto una revoca dello sciopero della Cgil
«Non mi aspetto che ci sia una revoca» dello sciopero indetto dalla Cgil. «Mi dispiace, fa parte della fisiologia sociale di un paese democratico», ha detto il premier Monti nel suo intervento.

In passato troppo ascoltate le categorie
«In passato - ha esordito il premier nel suo intervento al Forum Confcommercio di Cernobbio - sono state ascoltate troppo le categorie» perchè la politica cercava consensi a tutti i costi. E, ora, «credo che sono stato chiamato per rimediare ai mali fatti nei decenni».

Sulle spalle dei giovani la politica del dire sì a tutti
«È sempre facile dire di sì a tutti, avendo a cuore la pace sociale» in anni difficili,«e una parvenza di coscienza sociale», ha detto il premier, ma si «scarica il peso sociale sulle inermi spalle di bambini che sarebbero nati decenni dopo e che ora sono i nostri giovani».

Adesso il Cipe è una macchina molto veloce
«Adesso il Cipe - ha detto Monti - è diventato, con la conduzione mia e dei ministri Passera e Barca, una macchina molto veloce per decisioni e finanziamenti in materia di infrastrutture».

A Maroni: chiusi gli "strani" dipartimenti a Monza
«Abbiamo chiuso quegli "strani" dipartimenti a Monza». Così Mario Monti, rivolto a Roberto Maroni, ha ricordato, tra gli applausi della platea del forum di Confcommercio, la decisione del governo di chiudere gli uffici decentrati dei ministeri a Monza. «Crediamo di aver fatto un'opera squisitamente meritoria sul piano del buon senso e del rispetto della Costituzione», ha sostenuto il presidente del Consiglio. «I risparmi purtroppo sono stati modesti», ha affermato.

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