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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2011 alle ore 08:20.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2011 alle ore 09:31.

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Stranieri si nasce, contribuenti (italiani) si diventa. Sono più di 2 milioni i cittadini nati all'estero che pagano l'Irpef, cioè versano un'imposta netta positiva. Gli immigrati non sono affatto "fantasmi" per il Fisco, nel complesso sono diventati il 6,8% dei contribuenti totali Irpef. Sborsano una cifra media di 2.810 euro, contro i 4.865 dei contribuenti nati in Italia, dove la media procapite non dice però che l'operaio straniero specializzato assunto in Lombardia (con un reddito di 14.944 euro, Irpef di 3.600) può arrivare a pagare più tasse del contribuente italiano residente in Molise, Basilicata e Calabria.

Tra le dichiarazioni dei redditi degli stranieri è andata a "spulciare" la Fondazione Leone Moressa che, partendo dalla banca dati del dipartimento delle Finanze del Mef, ha curato la prima indagine sulle tasse degli stranieri relativa all'anno d'imposta 2009. Subito un avvertimento: nelle dichiariazioni - sia Unico sia modello 730 - non viene indicata la cittadinanza, ma solo lo stato di nascita del contribuente, rilevato dal codice fiscale.

Non è escluso perciò che nell'insieme "nati all'estero", accanto ai lavoratori entrati in Italia per lavoro da Paesi comunitari o extraUe vi siano anche emigrati italiani di seconda generazione, nati ad esempio in Svizzera, Francia o Germania. «È possibile che il dato sia "sporcato" da nati all'estero che poi sono rientrati a lavorare in Italia – avverte Valeria Benvenuti della Fondazione Moressa - ma non c'è dubbio che per la quasi totalità si tratti proprio di immigrati».

Partiamo dal dato nazionale: complessivamente i contribuenti nati all'estero pagano poco meno di 6 miliardi di euro e contribuiscono al gettito Irpef complessivo per il 4,1%. Nessuna sorpresa dal dato regionale, che rispecchia fedelmente il "peso" dei lavoratori immigrati: la Lombardia concentra il maggior valore assoluto di imposte pagate dagli stranieri, oltre 1,5 miliardi, seguita da Lazio (712 milioni) e Veneto (624 milioni). Se a livello nazionale e gli stranieri contribuiscono per il 4,1% del gettito complessivo Irpef, in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige la percentuale raggiunge, rispettivamente, al 7,1% e al 6,3%. Nelle aree meridionali il peso "crolla": da Calabria, Molise e Basilicata arriva un'imposta netta di poco superiore allo zero.

Gli immigrati che dichiarano redditi più elevati vivono in Lombardia e nel Lazio e sono quelli che versano al Fisco la cifra maggiore, rispettivamente, 3.600 e 3.410. L'identikit del contribuente immigrato? «È un lavoratore dipendente - sottolinea Benvenuti - inquadrato come operaio specializzato in aziende del terziario, nei servizi alle imprese, come trasporto o magazzinaggio, o alle famiglie. È un lavoratore relativamente giovane». Che vive al Nord. Il reddito annuo record è in Lombardia 14.944 euro l'anno contro la media nazionale di 12.507. Importi oltre la media sono dichiarati anche in altre regioni del Centro Nord, come Friuli Venezia Giulia (14.125), Piemonte (13.201) e Veneto (12.881). Dall'altro capo della penisola la situazione si capovolge: in Puglia, Basilicata e Calabria anche gli stranieri guadagnano meno e dichiarano importi annui inferiori ai 10mila euro.

Spaccato Nord-Sud anche nel differenziale di reddito tra italiani e stranieri. I maggiori gap nel reddito imponibile, rispetto ai contribuenti italiani, si registrano nelle regioni del Centro-Nord, mentre al Sud il divario si riduce. La differenza media è di 7.073 euro, con differenziali massimi in Trentino Alto Adige e nel Lazio (rispettivamente 10.404 e 10.256 euro in più dei contribuenti nati all'estero); viceversa in Molise il differenziale è di appena 3.364 euro e in tutte le regioni del Sud la differenza di reddito tra italiani e stranieri è inferiore alla media.

Un ultimo indicatore interessante, nel confronto tra contribuenti italiani e stranieri, è il rapporto tra i contribuenti che pagano l'imposta netta e il numero totale di chi fa la dichiarazione dei redditi. Tra i contribuenti nati all'estero la percentuale è del 64,9%, contro il 75,5% degli italiani. Perché gli immigrati beneficiano, più degli italiani, delle detrazioni fiscali soprattutto a causa del basso importo dei loro redditi.

francesca.padula@ilsole24ore.com

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