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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2013 alle ore 20:26.

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Su pannelli solari e vino è tregua armata tra Unione europea e Cina

È tregua armata fra Unione europea e Cina sul dossier che contrappone pannelli solari cinesi e vino europeo. Nel corso di una colazione di lavoro che si è tenuta oggi al Lussemburgo, a margine del Consiglio dei ministri europei con delega al commercio, è stato affrontato anche il dossier dazi. Un capitolo che nei giorni scorsi ha infiammato le relazioni sull'asse Ue-Cina.

Secondo quanto emerso dal vertice Ue molti paesi hanno sollecitato la Commissione a ricercare una soluzione negoziale che eviti un peggioramento della situazione penalizzando gli scambi commerciali. Ma contemporaneamente sia Bruxelles che Pechino si dicono pronti a intraprendere altre iniziative nel caso in cui la trattativa fallisse.

L'indagine cinese in risposta ai dazi europei
La Cina ha annunciato l'apertura di un'indagine sulle spedizioni di vino europeo all'indomani dell'annuncio da parte di Bruxelles di aver introdotto un dazio sugli acquisti Ue di pannelli solari cinesi. Un balzello che dall'iniziale 11,8% salirà, a partire dall'6 di agosto, al 47,6 per cento.

Un invito a trovare una soluzione negoziale
Nel corso della colazione di lavoro al Lussemburgo, secondo quanto si apprende, i responsabili di Svezia, Danimarca, Paesi Bassi hanno sollecitato la Commissione Ue a trovare una soluzione diplomatica con Pechino per evitare una spirale negativa che possa penalizzando i flussi di export dell'Europa verso la Cina. Su questa linea si sono presto allineati anche i rappresentanti di Regno Unito e Irlanda.

I paesi non produttori di vino in soccorso di Francia e Italia
Lo schieramento che ha sollecitato una soluzione negoziale riguarda tutti paesi che non sono produttori di vino ma che si sono detti pronti a sostenere Francia e Italia. L'annuncio di Pechino di voler analizzare gli acquisti di vino europeo infatti si è tradotto in una minaccia proprio per Parigi e Roma che – fanno notare fondi della Commissione – oltre a rappresentare i due principali esportatori di vino in Cina, sono stati penalizzati anche perché sono stati i principali sostenitori dell'introduzione dei dazi sui pannelli solari cinesi.

De Gucht: siamo aperti alla ricerca di un compromesso
Dal canto suo la Commissione Ue, attraverso il Commissario europeo al Commercio, Karel De Gucht, ha detto di essere aperta alla ricerca di una soluzione negoziale. «D'altro canto – ha spiegato De Gucht – la stessa introduzione di un dazio sui pannelli solari all'11,8% e non al 47,6% dimostra proprio la volontà di Bruxelles di cercare una soluzione. L'inasprimento delle tariffe scatterà solo se, fra oltre due mesi, non si riuscirà a trovare una soluzione.

Ma si tratta di una tregua «armata»
Nonostante i molteplici richiami alla ricerca di una soluzione tuttavia le parti non sembrano escludere un innalzamento dei toni. La Commissione Ue ha infatti chiesto a Pechino di rispettare le regole Wto previste in materia di commercio internazionale e ha anche annunciato di essere pronta (nel caso tali inviti dovessero cadere nel vuoto) ad aprire una nuova inchiesta sulle esportazioni cinesi di «apparecchi per le telecomunicazioni». Dal canto loro le autorità cinesi hanno fatto sapere di essere pronti a negoziare una soluzione con Bruxelles ma che al momento, se non verrà trovata una via d'uscita, continueranno a tenere sotto osservazione le esportazioni europee di vino. Come dire: tutti pronti a negoziare, ma ognuno si prepara anche all'ipotesi di un fallimento delle trattative.

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