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Sospeso il notaio che si avvale di un procacciatore e lo fa pagare alla cliente

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CASSAZIONE

Sospeso il notaio che si avvale di un procacciatore e lo fa pagare alla cliente

Sospeso per un mese dall’esercizio della professione il notaio che si avvale di un procacciatore di affari. E in più lo fa pagare alla cliente. La Corte di Cassazione (sentenza 11506) respinge il ricorso del professionista contro la decisione del consiglio distrettuale di punirlo, impedendogli di esercitare per 30 giorni, per essersi avvalso di un procacciatore di affari inducendo la cliente a “staccare” ben tre assegni, senza dirgli che erano destinati all’ “intermediario”. Come se non bastasse l’importo era stato fatturato a un anno di distanza e solo perché la signora aveva insistito per ottenere la ricevuta degli esborsi. Inutilmente il

notaio chiede l’applicazione in suo favore delle circostanze attenuanti, per mancanza di una recidiva su fatti analoghi nei cinque anni e perché, attraverso il ravvedimento operoso, aveva cercato di eliminare le conseguenze dannose della violazione. Per la Cassazione però l’assenza di una recidiva specifica non apre la strada alla concessione delle attenuanti, ma evita semplicemente che scattino le aggravanti. Per il “beneficio” serviva di più: invece al notaio era stato contestato anche di aver svolto il suo ruolo in modo sciatto e negligente.

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