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La Svizzera compra euro

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Tassi & valute

La Svizzera compra euro

  • –Lino Terlizzi

LUGANO

La Banca nazionale svizzera è ancora in trincea. La sua battaglia per frenare l’apprezzamento eccessivo del franco continua ed i riflessi si vedono anche nell’ammontare delle sue riserve in valute estere, irrobustite oltre misura dagli acquisti di euro. A fine dicembre 2014, cioè pochi giorni fa, le riserve della Bns in valute straniere avevano un valore pari a 495,1 miliardi di franchi, contro i 462,7 miliardi di franchi di fine novembre. In un solo mese le riserve in valute estere sono dunque aumentate di oltre 32 miliardi di franchi: un incremento così marcato non si era più visto da metà 2012, quando la Bns era in effetti già molto impegnata contro l'ascesa del franco.

A fine 2013 il valore delle riserve valutarie della Bns si attestava a 435,2 miliardi di franchi. Il loro aumento nell’anno appena concluso, con l’impennata nel mese di dicembre, mostra che il mantenimento della soglia di cambio minima con l’euro (a 1,20 franchi), stabilita dall’istituto centrale elvetico nel settembre del 2011, richiede nuovamente l’azione decisa della Bns.

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Il franco svizzero continua infatti ad esser visto come moneta rifugio da una parte degli investitori e tende ancora ad apprezzarsi (ieri era a ridosso della soglia: 1,2009 in serata). Le recenti uscite di capitali dalla Russia hanno probabilmente accentuato la tendenza. Inoltre, la discesa dell’euro in rapporto al dollaro, anche nella prospettiva di un possibile quantitative easing della Banca centrale europea, ha spinto altri investitori in direzione del franco.

Prima di Natale, la Bns aveva annunciato l’introduzione di un tasso d'interesse negativo, sempre per contrastare un apprezzamento del franco che potrebbe essere controproducente per le esportazioni elvetiche e che potrebbe secondo l'istituto creare un quadro di deflazione in Svizzera. Sui conti giro delle banche presso la Bns ci sarà dal 22 gennaio prossimo un tasso del -0,25%. Al momento dell'annuncio il presidente della Bns, Thomas Jordan, aveva indicato che nelle settimane precedenti in effetti l'istituto era nuovamente intervenuto sul mercato valutario, senza però fornire dettagli.

Ora c’è la conferma sul versante dei dati. È vero che una parte dell’aumento delle riserve valutarie della Bns è dovuto alla risalita del dollaro (che ha ritrovato in questi giorni l’1 a 1 con il franco), ma è anche vero che gli acquisti di euro hanno avuto probabilmente un ruolo non secondario. I 495 miliardi di franchi di riserve in valute estere, una parte rilevante delle quali è fatta appunto di euro, rappresentano circa l’80% del Prodotto interno lordo elvetico. Ma la battaglia della Bns per frenare il franco continua, tra acquisti di euro e tassi negativi.

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