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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2012 alle ore 08:22.

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In Parlamento si farà di tutto per recuperare almeno parte dei tagli ai bilanci degli enti di ricerca decisi dalla spending review o perlomeno si chiederà che non piovano dall'alto colpendo chi più e chi meno, facendo decidere ai "diretti interessati" come assorbirli. E poi da settembre si aprirà un percorso di «razionalizzazione» del pianeta ricerca: una riorganizzazione da fare senza troppa fretta che punti - attraverso un tavolo condiviso - a fare risparmi e a rendere gli enti più efficienti e quindi capaci di competere, insieme agli atenei, per vincere di più nei bandi europei dove l'Italia resta troppo spesso indietro. Questa la strategia del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo. Che ieri ha incontrato i vertici dei 12 enti vigilati dal Miur – dal Cnr all'Istituto di fisica nucleare, dall'Agenzia dello spazio all'Istituto di geofisica – finiti nella tagliola della spending review insieme ad altri dieci enti di ricerca vigilati da altri ministeri: dall'Enea (Sviluppo economico) all'Istituto superiore di Sanità (Salute) dall'Inail e l'Isfol (Lavoro e politiche sociali) all'Istat (Economia).

Durante l'incontro il ministro ha confermato che farà di tutto per evitare il taglio: 33 milioni per questi ultimi mesi del 2012 e 88 milioni a regime dal 2013 in poi se si considerano tutti e 22 gli enti coinvolti. Una partita tutta "politica", questa, che il ministro giocherà in Parlamento: c'è tempo fino a giovedì per presentare le modifiche al testo. L'obiettivo è cancellare i tagli con un emendamento che si spera sarà condiviso dall'Economia o in subordine si punterà a cancellare la tabella della «riduzione dei trasferimenti» (l'allegato 3 del decreto) lasciando intatto il saldo. Per poi decidere con un percorso condiviso con gli enti il modo per assorbire le sforbiciate ai bilanci che per alcuni sono limitate - a esempio solo lo 0,50% per l'Agenzia spaziale - mentre per altri sono più pesanti come all'Istituto di fisica nucleare che dovrà subire una cura dimagrante del 10% sul budget.

Ieri, intanto, Profumo ha trovato una prima sponda dentro il Governo: il ministro della Salute, Renato Balduzzi, colpito anche lui dai tagli visto che il "suo" Istituto superiore di Sanità subisce una riduzione al bilancio che vale 5 milioni ha parlato della ricerca come di «una quota di spesa non rivedibile». «Un conto è rivedere l'organizzazione - ha spiegato Balduzzi -, ma le risorse per la ricerca in senso stretto devono essere tenute al riparo perché così si può consentire di riqualificare il comparto». Il percorso di riorganizzazione, di cui ha parlato Profumo, punterà soprattutto a mettere in comune le best pratices: dalla dematerializzazione delle procedure (sperimentata a esempio dal Cnr) alle sinergie sulla ricerca. Di accorpamenti non si è parlato, né ancora è chiaro se si arriverà a un riordino per legge, anche perché sarebbe il quarto in poco più di dieci anni dopo quelli decisi dagli ex ministri Luigi Berlinguer, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini. In cantiere c'è anche la nascita di un maxi portale della ricerca («ricerchitaly») sulla scia di quello appena realizzato per le università («universitaly») dove concentrare tutte le informazioni (bandi, progetti, concorsi) del pianeta della ricerca pubblica.

Ieri comunque si sono susseguiti gli allarmi dei presidenti degli enti come quello clamoroso del presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, pronto a non elaborare più statistiche da gennaio. Perché l'Istituto - spiega - non sarà più in grado di assolvere al suo compito, visto che il provvedimento sottrarrà all'ente di ricerca tre milioni l'anno, dopo i 29 già volatilizzati negli ultimi 36 mesi.

Sulla stesa scia il Cnr (che ha appena nominato il nuovo direttore generale, Paolo Annunziato) che spiega di aver subito già una riduzione del 12% delle risorse negli ultimi dieci anni: «Sicuramente queste scelte avranno ricadute pesantissime sulle attività di ricerca», avverte il presidente Luigi Nicolais. E così anche il commissario dell'Enea Giovanni Lelli: «Questi nuovi tagli sono a valle di ulteriori riduzioni già avvenute negli anni 2010 e 2011 che valgono circa 30 milioni di euro». «Tagliare i fondi - è la metafora di Lelli - è come tagliare gli organi di un corpo».

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