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Istat: un italiano su quattro sotto i 10mila euro. Pil procapite del…

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Istat: un italiano su quattro sotto i 10mila euro. Pil procapite del Sud metà di quello del Centro-Nord

Il Mezzogiorno con un Pil pro capite di 17,2 mila euro, presenta «un differenziale negativo molto ampio» con il resto del Paese: il suo livello è inferiore del 45,8%, quindi quasi dimezzato, rispetto a quello del Centro-Nord. Lo rileva l'Istat, diffondendo i dati per il 2013, aggiornati secondo il nuovo sistema dei conti (Sec 2010). Il Pil per abitante nel 2013 risulta, infatti, pari a 33,5 mila euro nel Nord Ovest, a 31,4 mila euro nel Nord Est e a 29,4 mila euro nel Centro. Rispetto al 2011, fa notare l'Istat, si è registrata una riduzione in tutte le regioni italiane, con l'eccezione di Bolzano e della Campania. In particolare, a livello regionale o di provincia autonoma, risulta in testa Bolzano con un Pil per abitante di 39,8 mila euro, seguito da Valle d'Aosta e Lombardia (rispettivamente con 36,8 e 36,3 mila euro). All'ultimo posto della graduatoria si trova la Calabria con 15,5 mila euro, un valore del 61% più basso rispetto a Bolzano e del 57% sulla Lombardia.

La provincia più ricca è Milano. Tra le zone più povere d'Italia c'è invece il Medio Capidano (Sanluri e Villacidro). Nel dettaglio, «nel 2012 Milano è la provincia con i più elevati livelli di valore aggiunto per abitante, pari a 46,6 mila euro; segue Bolzano». Le province che hanno «i più bassi livelli sono Medio Campidano e Agrigento, con circa 12 mila euro, e Barletta-Andria-Trani e Vibo Valentia con meno di 13 mila euro».

Costo del lavoro 31mila euro, al lavoratore solo la metà
Nel 2012 il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è di 30.953 euro all'anno. Il lavoratore, sotto forma di retribuzione netta, ne percepisce poco più della metà (il 53,3%), per un importo medio pari a 16.498 euro. È quanto emerge dai nuovi dati Istat. La differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, è pari, in media, al 46,7%: i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi. Le componenti del costo del lavoro sono mediamente più elevate al Nord rispetto alle altre ripartizioni; ne deriva che la quota di retribuzione netta a disposizione del lavoratore raggiunge il valore minimo, 52,4%, nel Nord-ovest. Anche le differenze di genere risultano evidenti: il costo del lavoro delle percettrici di reddito da lavoro dipendente è mediamente pari al 76% di quello dei dipendenti e la retribuzione netta è il 79% di quella maschile.

Redditi: 26% sotto 10mila euro, solo 2,4% sopra 70.000
Un quarto dei redditi degli italiani è sotto i 10mila euro, mentre meno di 3 su 100 sforano i 70mila. Dati dell'Istat alla mano, nel 2012 «oltre la metà dei redditi lordi individuali (54%)» è tra 10.001 e 30.000 euro annui, il 25,8% è sotto i 10.001 e il 17,6% è tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro.

Oltre la metà, precisamente il 55,6% dei redditi lordi individuali (al netto dei contributi sociali) da lavoro autonomo è sotto i 15 mila euro annui. Nel dettaglio il 40,3% è sotto i 40 mila, mentre il 15,3% si colloca tra i 10 e i 15 mila euro annui.

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