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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2012 alle ore 09:22.

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Silvio Berlusconi è pronto a non candidarsi per favorire l'unità dei moderati. E' lo stesso ex premier a confermarlo in una telefonata alla trasmissione televisiva Mattino Cinque, dopo l'annuncio di ieri del segretario del Pdl Angelino Alfano. La non candidatura «non è una novità: è quanto dico da tempo - ribadisce -. Io voglio l'unità dei moderati e per ottenerla, se serve, sono pronto anche a non presentarmi. Intendo fare ciò che è utile e giusto per il mio Paese e se, per ottenere un fronte unico contro la sinistra, c'è bisogno che io mi faccia da parte, lo farò».

«Non c'è trucco né possibilità di ripensamento. Io - spiega Berlusconi - sono tranquillo: come premier possono candidare chi vogliono. Lo faccio nell'interesse del mio Paese, per non consegnare l'Italia a Bersani e Vendola».

Questo appello, ha aggiunto il cavaliere, e' rivolto a un arco di forze che va «dall'Udc a Italia Futura di Montezemolo, da Sgarbi a Tremonti sino alla Lega. La situazione e' molto chiara, se i moderati si uniranno saranno la maggioranza del Paese e avranno la responsabilita' di governo, se parteciperanno alle elezioni divisi la maggioranza passera' alla sinistra che e' sempre compatta».

«Io posso lavorare - ha concluso - nell'ambito del movimento che ho creato dal 94 per dare un supporto, per formare i giovani. Vorrei dire che queste cose che ho sentito nei giorni scorsi come la "rottamazione dei vecchi" non esiste. Quello che ieri ha detto Alfano non è una notizia, lo avevo detto io in diverse occasioni. Eravamo al telefono ed io gli ho detto di insitere sull' unione dei moderati e sulla possibilità che io per consentire ciò facessi un passo indietro».

Ipotesi Monti
«Non escludo assolutamente che possa essere Mario Monti il nuovo leader dei moderati. Monti è sempre stato nel campo dei liberali e potrebbe essere tranquillamente lui» ha poi detto Berlusconi, aggiungendo però che ci sono «anche altri nomi importanti che possono essere accettati e condivisi di questo centrodestra italiano. Sì, ne ho sondato qualcuno e credo ci possa essere la possibilità di mettere insieme i moderati che dal '48 a oggi sono sempre stati la maggioranza del paese».

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