Aziende e regioni

Toscana, con “We people” Google e ospedale Meyer mettono i pediatri in rete

di R.Rez.

Nasce We people , il progetto che mette in connessione tutti i poli pediatrici presenti negli ospedali della Toscana e tutti i pediatri di famiglia, sperimentando un nuovo modo avanzato di lavorare “davvero” in rete che comprende un nuovo magazine della rete pediatrica toscana e il portale www.retepediatrica.toscana.it.

L'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, attraverso la Fondazione Meyer, e Google for Work, attraverso il Premier Partner Noovle, hanno stretto un accordo strategico per la creazione di un laboratorio sull'innovazione, i cui obiettivi vanno dall'accrescimento delle conoscenze tecnico-scientifiche, a un percorso di digital transformation a supporto dell'aggiornamento tecnologico del Meyer, sino allo sviluppo della didattica che il Meyer Health Campus realizzerà a partire dal 2017 nell'ambito della formazione pediatrica.
L'intesa viene siglata rispettivamente dalla Fondazione Meyer, Onlus sinergica al pediatrico fiorentino, e Noovle, importante Solution Provider italiano e Premier Partner di Google for Work. Grazie a questo accordo nascono iniziative di rilievo dalle forti e positive ricadute sulla salute dei bambini in Toscana. Erano presenti Stefania Saccardi, assessore per il diritto alla Salute di Regione Toscana e Luigi Dei, rettore dell'Università di Firenze.
Primo effetto di questa intesa: da oggi 12 aprile, la rete pediatrica regionale è più connessa e a tutti i pediatri toscani viene messa a loro esclusiva disposizione una piattaforma digitale che consente la condivisione di pratiche, conoscenze e informazioni, mettendo a sistema capacità ed esperienze.
Il pediatra toscano farà quindi parte di un sistema di comunicazione, collaborazione e produttività che, proprio grazie alla tecnologia Google for Work, è orizzontale e rappresenta un percorso organizzativo complesso che potrebbe diventare un modello di riferimento nazionale.
Il portale www.retepediatrica.toscana.it è uno strumento che consente lo sviluppo dello “smart working”, una modalità di lavoro innovativa basata su un forte elemento di flessibilità, in modo particolare di orari e di sede. Un vero e proprio cambiamento culturale nel modo di intendere il lavoro volto al raggiungimento di obiettivi ben precisi. Quello che la piattaforma quindi propone a tutti i pediatri toscani è un nuovo modo di lavorare a vantaggio della salute dei bambini.
La piattaforma digitale nasce sulla scia di esperienze internazionali innovative. L'accordo siglato di recente dal Meyer con l'Harvard Medical School - e la rete Open Pediatrics - ha infatti permesso di constatare come una gestione orizzontale sia la miglior spinta per mobilitare la classe medica e immaginare un modello di rete regionale con un ospedale pediatrico al centro per offrire l'accesso semplificato alle informazioni.
Alberto Zanobini, direttore generale Aou Meyer: «We people è un progetto molto ampio che comprende, oltre ad una rivista scientifica di prossima uscita, anche nuove modalità di lavoro per i pediatri toscani con il portale www.retepediatrica.toscana.it - realizzato grazie all'accordo strategico tra il Meyer e Google - per introdurre un nuovo modo di lavorare, uno “smart working” a favore della rete e nell'interesse della salute dei bambini».
Fabio Fregi, country manager di Google for Work in Italia: «Sono sempre di più nel mondo le aziende sanitarie di eccellenza che si affidano a Google for Work per intraprendere un percorso di trasformazione tecnologica, semplificando il lavoro dei propri medici al fine di migliorare la salute dei pazienti. Siamo felici di cominciare oggi questo ambizioso progetto insieme a un'eccellenza nazionale come il Meyer di Firenze».
Gianpaolo Donzelli, presidente Fondazione Meyer: «Con questa intesa che vede la Fondazione Meyer parte attiva a supporto dell'ospedale, superiamo i confini del Meyer per un progetto strategico a disposizione di tutto il sistema pediatrico della Toscana, nell'interesse della salute dei bambini».
Paolo Vannuzzi, ceo Noovle: « Siamo fieri di aver contribuito alla realizzazione di questo progetto che, sia dal punto di vista concettuale che metodologico, può essere considerato un modello di riferimento per portare finalmente la sanità in rete».


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