Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 16:26.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2013 alle ore 17:14.

My24

La green economy può rappresentare un fattore di sviluppo per l'Italia, ma la mancanza di «un quadro normativo in materia ambientale certo e stabile nel tempo» è oggi «uno dei principali disincentivi agli investimenti in Italia». È il monito lanciato dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo alla conferenza nazionale su green economy e biodiversità alla Sapienza a Roma. In una giornata caratterizzata da scontri e proteste studentesche fuori dall'aula magna dove si teneva il convegno.

Serve normativa ambientale seria e certa
Serve, chiede il leader degli industriali, «una normativa ambientale seria e adeguata agli standard europei, già molto rigidi, e che sia stabile e non consenta arbitri». L'attuale quadro regolamentare invece è «instabile e contradditorio, disincentiva gli investimenti e penalizza le imprese italiane rispetto a quelle extra Ue e soprattutto europee». In questo modo «tutti perdono, le condizioni ambientali peggiorano ed è preclusa ogni attività produttiva».

Non solo spending, anche regulation review
«Lavoro per un paese semplice e competitivo», ha sottolineato Squinzi, che garantisce la collaborazione di Confindustria «con il commissario Cottarelli sulla spending review», ma aggiunge la necessità di una forte azione sul fronte delle semplificazioni: «A fianco della spending abbiamo bisogno come il pane di una regulation review», ossia, di «rimuovere una inutile, costosa e opaca massa di regole che rischiano di rendere vano ogni sforzo di riduzione della spesa e di rilancio della crescita». Squinzi ha sottolineato il suo impegno in tal senso, portato avanti, ha detto, «con l'orgoglio di presidente di una comunità di combattenti, di creativi, di colleghi che non scappano davanti alle sfide, anche quella della sostenibilità». Di qui l'invito ad abbandonare «la via tutta italiana delle complicazioni»

Ue rilanci lavoro e economia, unico argine critiche anti-euro
Infine Squinzi è tornato sul dramma disoccupazione. Per il numero uno di viale dell'Astronomia creare lavoro è «l'unico argine» alle critiche contro l'Europa e l'euro. «Le prossime elezioni europee rischiano di trasformarsi in un confronto tra diversi gradi di scetticismo sul futuro dell'Europa», avverte il leader degli industriali. E conclude: «Emerge l'urgenza di una riflessione seria sul rilancio delle economie interne e dell'occupazione, unico argine serio alle critiche antieuropee».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi