Mondo

La Catalogna vota il via libera al processo indipendentista

  • Abbonati
  • Accedi
Spagna

La Catalogna vota il via libera al processo indipendentista

Torna il rischio politico nell'area euro e precisamente nella penisola iberica e subito il sismografo dei bond spagnoli lo ha segnalato: il differenziale tra Bonos spagnoli e Bund tedeschi è salito fino a 128 punti base rivedendo i massimi da fine settembre scorso.
Il motivo di tanto nervosismo dei mercati verso i titoli obbligazionari spagnoli? Il ritorno del braccio di ferro tra la regione catalana e il governo centrale. Il parlamento di Barcellona ha approvato ieri una mozione nella quale ha dichiarato l'inizio del processo verso la costituzione di uno «Stato indipendente» catalano «sotto forma di repubblica», aprendo una grave crisi con il Governo spagnolo.

La mozione è stata approvata con i 72 voti della maggioranza indipendentista, contro i 63 degli altri partiti. La mozione approvata prevede entro 30 giorni inizi la costruzione di un arsenale giuridico in questo senso. Il premier spagnolo Mariano Rajoy, che ha definito anti- costituzionale l'ipotesi di una indipendenza della Catalogna, ha convocato oggi una riunione straordinaria del consiglio dei ministri di Madrid, che presenterà un immediato ricorso davanti alla Corte costituzionale.

Il provvedimento approvato dal parlamento di Barcellona, ha avvertito il premier nel corso di una conferenza stampa, «non avrà alcuna conseguenza». Rajoy ha riferito di aver dato ordine agli organi competenti di predisporre l'impugnazione per manifesta incostituzionalità: «La sottoscriverò e solleciterò l'immediata sospensione di questa iniziativa e di ogni suo effetto. Questo è il primo passo», ha osservato. «Vorrei proprio che fosse anche l'ultimo. Nessuno sarà costretto a scegliere la sua nazionalità né dovrà sentirsi abbandonato», ha aggiunto. «Utilizzeremo tutti i mezzi messi a disposizione dallo stato di diritto».

I giudici costituzionali spagnoli, che finora hanno sempre preso posizione contro le spinte indipendentiste catalane, dovrebbero decidere domani di sospendere in forma cautelare la mozione del parlamento di Barcellona, aprendo così un braccio di ferro senza precedenti con le istituzioni della Catalogna, dagli effetti imprevedibili. I secessionisti catalani minacciano di “disobbedire” alle ingiunzioni della consulta di Madrid. La mozione approvata ieri con i 72 voti degli indipendentisti, contro 63, afferma che il processo verso l'indipendenza dovrà essere portato avanti senza tenere conto delle decisioni delle istituzioni spagnole, e in particolare della Corte costituzionale, che viene definita delegittimata. Il risultato del voto è stato salutato da un lungo applauso dei deputati secessionisti, in piedi, mentre i popolari di Rajoy esponevano per protesta bandiere spagnole.

Il voto arriva a poco più di un mese dalle elezioni regionali in cui i partiti indipendentisti hanno avuto la maggioranza assoluta, pari al 47,8% dei voti. Un risultato che ha consentito loro di ottenere la maggioranza dei seggi nel parlamento regionale ma non di ottenere la maggioranza di cui avrebbero bisogno in caso di referendum. Gli analisti hanno detto che il risultato ha reso il campo indipendentista più determinato che mai che e il processo è ancora intatto. «Gli indipendentisti hanno bisogno di dimostrare che il processo non si è fermato e questo è il motivo perché stanno spingendo sul pedale dell'acceleratore», ha detto Oriol Bartomeus, un analista politico dell'Università autonoma di Barcellona.

Il Parlamento di Barcellona nel pomeriggio di ieri ha provveduto alle votazioni del primo turno dell'elezione del nuovo presidente catalano. La rielezione di Mas, appoggiata dai 62 deputati su 135 della sua lista Junts Pel Si, è proposta dalla presidente indipendentista del parlamento Carme Forcadell. Ma la seconda formazione secessionista, quella dei radicali della Cup, 10 seggi, per ora si dichiara contraria alla conferma del presidente uscente. Mas ha promesso di portare la Catalogna all'indipendenza nel 2017. Prima però dovrà affrontare il voto delle politiche il 20 dicembre dove il premier Rajoy si gioca la rielezione.

© Riproduzione riservata