Economia

Le regine mondiali del largo consumo: Samsung batte Apple e…

  • Abbonati
  • Accedi
CLASSIFICA DELOITTE

Le regine mondiali del largo consumo: Samsung batte Apple e Nestlè, Ferrero prima delle italiane

Rallentamento globale? Parliamone. Perché per i maggiori gruppi del largo consumo mondiale l’ultimo anno fiscale non è andato affatto male, con una crescita media del 5,6% per le vendite e una performance più robusta anche nella redditività. Correggendo i dati per gli effetti valutari, le maggiori 250 aziende globali analizzate da Deloitte (Global Powers of Consumer Products 2015) hanno visto nell’anno fiscale 2014 lievitare i propri ricavi a 3100 miliardi di dollari, con tre quarti della aziende a presentare un segno più.

Crescita tuttavia per nulla omogenea in termini geografici, con l’Asia ancora una volta a produrre i risultati migliori e le aziende cinesi addirittura capaci in media di sviluppare i propri ricavi di oltre 17 punti. Bene anche l’America Latina (+7,3%) mentre l’Europa insegue in coda al gruppo, con una performance positiva di appena un punto.

Al vertice, così come l’anno precedente, si conferma Samsung, con 211 miliardi di vendite, in crescita di quasi 14 punti percentuali. Seguono Apple (171 miliardi) e Nestlè (99 miliardi), davanti a Procter & Gamble. Crescita a doppia cifra per Sony, che sale al quinto posto mentre PepsiCo scavalca Unilever una piazza più indietro.

Nella top ten entra per la prima volta la brasiliana JBS, il più grande produttore di carne del mondo, con ricavi superiori ai 43 miliardi e una crescita a doppia cifra (22,7%) rispetto all’anno precedente.

Sei i gruppi italiani in classifica, insieme capaci di sviluppare 39,6 miliardi di dollari di ricavi, dunque poco più dell’1% rispetto al valore totale delle prime 250 aziende, con una crescita media (+1,2% nei ricavi) in linea con la performance europea.

Miglior risultato è per Ferrero (+5,6%) che guadagna posizioni e si conferma al primo posto fra i gruppi italiani (77°), con oltre 10,5 miliardi di dollari di ricavi. Le performance positive sono confermate anche da Luxottica e Pirelli, il cui fatturato nel 2014 è cresciuto rispettivamente del 3,2% e del 1,2%. Barilla e Indesit chiudono l'anno fiscale con risultati negativi (rispettivamente -18,8% e -7,4%) mentre Perfetti Van Melle si mantiene in linea con l’anno precedente.
«Il settore dei beni di consumo in Italia - spiega Dario Righetti, partner Deloitte e responsabile nazionale per il settore del Consumer Business - ha un valore strategico, rappresentando il 22% della produzione, il 23,9% dell'occupazione complessiva e il 5% del Pil, alimentando inoltre un rilevante indotto in ambiti annessi come ricerca, logistica, comunicazione e pubblicità. Le performance delle sei società italiane presenti nella classifica confermano l'eccellenza e la crescente qualità dei prodotti Made in Italy. Questi risultati sono il frutto di sapienti investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione, crescita dimensionale e tendenza all'internazionalizzazione, sia da un punto di vista di investimenti diretti che di export, tutti fattori che hanno permesso di confrontarsi con successo con la riduzione del potere d'acquisto delle famiglie e il conseguente calo dei consumi».

L’Italia prova dunque a difendersi, pur partendo da posizioni medie non ottimali: tra i 250 “big” del largo consumo le dimensioni medie sono pari a 12,3 miliardi di dollari, nessuna delle aziende tricolori in classifica è oltre quella soglia.



© Riproduzione riservata