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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2013 alle ore 16:08.

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New York – L'economia americana, a sorpresa, ha sofferto una contrazione dello 0,1% nel quarto trimestre del 2012, la prima da tre anni e mezzo. La brusca frenata era del tutto imprevista, con gli analisti che avevano pronosticato in media una crescita debole ma ancora pari all'1 per cento. Il dato, sollevando nuovamente lo spettro di ricadute in recessione, dovrebbe confermare la necessità di continue politiche ultra-accomodanti per la crescita da parte della Federal Reserve, che oggi pomeriggio dovrebbe riaffermare la sua strategia di stimolo e di quantitative easing. E dovrebbe aumentare la pressione sulla Casa Bianca e sul Congresso per accordi sul risanamento debito americano che non daneggino l'economia nel breve periodo.

Lo scivolone del Pil, dopo tredici trimestri consecutivi di ripresa dalla crisi finanziaria, è stato causato da una forte riduzione della spesa pubblica federale e degli investimenti in scorte di magazzino da parte della aziende. Il difficile dibattito di fine anno sul fiscal cliff, i tagli automatici di spesa e gli aumenti della tasse, secondo gli analisti ha influito negativamente sull'economia.

La frenata è stata ancora più drastica quando paragonata al terzo trimestre, che aveva visto una crescita del 3,1 per cento. Ma tra ottobre e dicembre la spesa federale, in particolare, è caduta del 15%, la flessione più significativa dal 1973. La spesa pubblica complessiva, compresa quella locale, è a sua volta scesa del 6,6 per cento. L'andamento delle scorte di magazzino ha sottratto 1,27 punti percentuali al Pil. Anche l'export, sceso del 5,7%, ha danneggiato l'espansione.

La contrazione non ha però cancellato la crescita dell'economia americana nell'intero 2012, che è stata pari al 2,2%, in accelerazione rispetto all'1,8% del 2011. E segni incoraggianti non sono mancati, che potrebbero aiutare una riscossa: la spesa per i consumi personali è aumentata del 2,2%, più dell'1,6% del terzo trimestre. Il mercato immobiliare ha resgistrato un aumento del 15,3% negli investimenti residenziali. Gli investimenti aziendali, a loro volta, sono aumentati al passo dll'8,4 per cento. Il governo non è stato invece in grado di quantificare l'impatto sull'economia dell'uragano Sandy.

La prima reazione della Casa Bianca ai dati negatici sul Pil è arrivata con un blog del capoeconomista Alan Krueger: ha cercato di rassicurare sulle condizioni di fondo dell'economia, sottolineando l'impatto nel quarto trimestre 2012 di fattori straordinari quali le devastazioni causate dall'uragano Sandy e l'incertezza creata dal Fiscal Cliff, la prospettiva di automatici tagli delle spese e aumenti delle imposte evitata solo all'ultimo minuto. Nella spesa pubblica, nel timore del fiscal cliff, sono calati del 40% gli acquisti del Pentagono. Krueger ha sottolineato che l'economia è cresciuta del 7,5% negli ultimi 14 trimestri e che anche nei dati odierni affiorano segnali di tenuta, dai consumi all'immobiliare. Ma ha anche invitato il Congresso a muoversi verso un budget sostenibile "in modo responsabile" e a compiere "investimenti cruciali nell'economia che promuovano crescita e occupazione".

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