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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2013 alle ore 16:26.

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Fabrizio Barca prova a rilanciare una politica nazionale per le città, facendo leva su almeno 3 miliardi di fondi Ue cui si dovranno aggiungere altri cofinanziamenti nazionali. Il ministro per la Coesione territoriale presiede il neonato Cipu, il comitato interministeriale per le politiche urbane, che lo scorso 20 marzo ha approvato un documento che contiene «Metodi e contenuti sulle priorità in tema di Agenda urbana». Nel documento non si nasconde una certa nostalgia per gli anni '90 quando l'Italia all'avanguardia ebbe un ministero per le Aree urbane. Intanto il viceministro alle Infrastrutture, Mario Ciaccia, candida prioritariamente i progetti non ancora finanziati del "piano città" lanciato da Porta Pia a quei tre miliardi di fondi Ue.

Il documento approvato dal Cipu sottolinea che serve un punto di aggregazione di competenze oggi disperse e frammentate fra ministeri e altre agenzie. Così come è chiaro che esiste uno spazio per una politica nazionale urbana nel calo (o nel congelamento) del federalismo fiscale all'italiana centrato sul perno regionalista. Da decenni corre sottotraccia lo scontro fra il partitofilo-regionalista e quello filo-municipale e la battuta d'arersto regionalista apre spazi nuovi, politici e programmatici. Una delle esigenze poste dal documento è che occorre aumentare i poteri dei grandi Comuni nella definizione dei programmi nazionali e regionali finanziati con fondi strutturali Ue e nella gestione della relativa spesa.

Il documento resterà in eredità al prossimo Governo ma rilancia un tema che non è solo politico. L'obiettivo è proprio la programmazione dei fondi europei 2014-2020. Il modello di riferimento cui pensa Barca è quello delle esperienze europee di riqualificazione e rigenerazione urbana che percorronoil vecchio continente da Bilbao e Barcellona fino a Berlino e Copenaghen. In Italia è mancata proprio la riqualificazione urbana come perno di un nuovo sviluppo urbano.

Tre le criticità sottolineate in agenda che diventano priorità nella programmazione delle risorse: il congestionamento dei sistemi urbani e la necessità di un sistema infrastrutturale; il fenomeno della dispersione insediativa e del consumo del suolo; l'urbanistica della sicurezza del patrimonio immobiliare e della manutenzione del territorio.

Più in generale l'analisi riconduce al cattivo funzionamento dei sistemi urbani «due punti di debolezza della società italiana, la produttività bloccata e la crescente esclusione sociale» ed è proprio per agire su questi obiettivi che si chiede di «superare un governo frammentario e settoriale dei problemi delle aree urbane».

L'orizzonte verso cui convergere è quello della glocal city, che ora anche la Ue mette al centro delle proprie strategie di sviluppo. Si vuole riprodurre anche in Italia casi come quelli di Bilbao o di Berlino, giusto per citare esempi su scale diverse, dove gli aspetti architettonici, urbanistici, trasportistici hanno rappresentato leve fondamentali di una riqualificazione e di un nuovo sviluppo collocato su un orizzonte globale.

Intanto il piano città voluto dal ministero delle Infrastrutture entra nella fase operativa dopo la selezione delle proposte di riqualificazione urbana su 457 progetti ricevuti. Sono stati firmati i primi tre «contratti di valorizzazione urbana», a l'Aquila, Potenza e Lecce. Le tre citta' potranno cosi', nel breve termine, ottenere i fondi e provvedere alle gare per l'assegnazione degli appalti necessari per dare corso al previsto processo di rigenerazione e riqualificazione urbana L'annuncio è arrivato dal viceministro per le Infrastrutture e i Trasporti Mario Ciaccia, che ricorda come «i finanziamenti destinati al Piano città (per un totale di 318 milioni di euro) saranno in grado di movimentare complessivamente 4,4 miliardi di euro di investimenti nelle aree urbane, relativi sia a fondi pubblici che a investimenti privati». In particolare a L'Aquila sarà realizzato, a Piazza d'Armi, un parco urbano dove i giovani potranno socializzare e fare sport. A Potenza saranno resi disponibili numerosi alloggi di edilizia residenziale pubblica. A Lecce si provvederà a ristrutturare un edificio storico (ex monastero degli Agostiniani) e a migliorare il collegamento viario con la stazione ferroviaria.

«Il Piano città - conclude Mario Ciaccia- ha intercettato un bisogno diffuso di rigenerazione urbana e favorirà l'apertura di nuovi cantieri: per questo merita di essere rifinanziato dal prossimo governo e di essere posto tra le priorità per favorire opportunità di sviluppo ».

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