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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2013 alle ore 18:22.

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Matteo Renzi alla Festa del Pd di Genova (Ansa)Matteo Renzi alla Festa del Pd di Genova (Ansa)

«Sono disponibile a guidare il partito, dipende se sono disponibili gli elettori». Lo ha detto Matteo Renzi alla festa nazionale del Pd, a Genova, intervistato da Enrico Mentana. «Il punto non è cosa faccio da grande io, il punto è - ha aggiunto - se tutti insieme riusciamo a fare un partito che finalmente torni a vincere. Farò tutto quello che può servire». Renzi ha poi chiesto che il congresso si svolga entro novembre. Sull'Imu. ha ammesso «hanno vinto loro. Hanno tolto l'Imu e poi fanno mettere a noi sindaci la Service tax . Questo giochino non funziona, mica abbiamo scritto Jo Condor...».

Pd inconcludente su legge elttorale e finanziamento ai partiti
C'è un gran pienone per il sindaco di Firenze, al suo arrivo alla festa nazionale dei democratici. Renzi è arrivato con lieve anticipo rispetto al dibattito che sta ora tenendo dal palco rispondendo alle domande di Mentana ed è stato accolto con grande calore dai militanti che assiepano l'area. Alle scorse elezioni «noi abbiamo perso 3 milioni di voti, Berlusconi ne ha persi 6 milioni - ha ricordato Renzi dal palco -. Tra quelli che hanno votato Grillo, secondo me una parte si era rotta le scatole di noi, della nostra inconcludenza, del fatto che non eravamo coerenti, che dicevamo di abolire il finanziamento pubblico ai partiti ed è sempre lì, che dovevamo fare legge elettorale e non se fatto nulla».

Ironia su Bersani: «avessimo pensato meno a smacchiare il giaguaro...»
«Abbiamo dato l'immagine di un partito chiuso nella paura, ma le elezioni si vincono con il coraggio non con la paura - ha aggiunto il sindaco di Firenze, sempre parlando della prova elettorale -. Una parte degli elettori si era rotto le scatole per la nostra inconcludenza e incoerenza su temi come il finanziamento pubblico o la legge elettorale». Renzi ha poi ironizzato sulla comunicazione dell'ex prebidente e candidato premier del Pd, Pier Luigi Bersani: «Se in campagna elettorale avessimo pensato un pò meno a smacchiare il giaguaro e un pò più al lavoro, al governo c'eravamo noi senza Schifani e Alfano».

Rottamare anche certi personaggi dell'economia
Quanto alla mancata elezione di Romano Prodi al Quirinale, «L'atteggiamento dei 101 è immorale e inqualificabile, ti alzi e lo dici, come io ho fatto con Marini, non fai quello che accoltella alle spalle». Così Matteo Renzi, ammettendo che l'obiettivo dei franchi tiratori era «non solo sbarrare la strada a Prodi ma anche immaginare un percorso diverso». «Io sono per rottamare anche certi personaggi dell'economia, non solo della politica - ha poi aggiunto - Serve un cambio radicale e non con il cacciavite. Non so se toccherà a me, ma l'Italia deve guidare l'Europa e non essere il fanalino di coda».

Senatori a vita? «Io sono per l'abolizione del Senato....»
Nel corso dell'intervista, Renzi ha toccato anche il tema delle ultime nomine di senatori a vita decise dal presidente della Repubblica e seguite da paolemiche sull'opportunità della scelta del Colle. «Io sono per l'abolizione del Senato, quindi sono un pò tranchant in partenza, nel senso che ritengo che il ping pong tra Camera e Senato andava bene ai tempi della Costituente ma che oggi sia superato - ha sottolineato il sindaco - Oggi bisognerebbe fare le cose più veloci». «Detto questo - ha aggiunto Renzi - finché il Senato c'é non credo sia un errore che, nel momento in cui si accetta l'idea dei senatori a vita, ci siano personalità che vengono indicate a tutti come figure di eccellenza, significative. L'Italia - ha concluso - è fiera di Piano, Cattaneo, Abbado e Rubbia».

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