Tecnologia

Personalità giuridica e tassa sui robot: le implicazioni…

  • Abbonati
  • Accedi
scenari

Personalità giuridica e tassa sui robot: le implicazioni dell’automazione

Gli umani devono temere veramente i robot? Secondo una recente mozione presentata dal Partito Socialista del Lussemburgo al Parlamento Europeo, alla luce della vendita in costante aumento di robot/componenti e device automatizzati negli ultimi anni, e dell'impiego che spesso se ne fa per lavorare, la risposta è più che affermativa. Ma non è finita qui: secondo la mozione, è urgente reagire e assegnare una personalità giuridica a ogni “smart” robot, operativo e capace di eseguire un certo numero di task (mansioni). L'obiettivo è arrivare a tassare il lavoro svolto dagli automi, in maniera tale da assegnare le risorse ottenute ai lavoratori umani, che, per colpa della rivoluzione tecnologica stanno perdendo l'impiego, e quindi il reddito.

Messa in questi termini, la questione non fa una grinza ma c'è un però. La mozione, senza citarne la fonte, prende ad esempio dei dati che indicano nel 29% il tasso di crescita (2014) delle vendite di robot, senza meglio entrare nel merito. L'affaire è quindi spinoso quanto interessante e non tutti la vedono allo stesso modo: un recente studio commissionato dall'OECD, “Il rischio dell'automazione per gli impieghi nei Paesi OECD: un'analisi comparativa” ( di cui abbiamo riportato qui ) attesta che solo il 9% degli attuali impieghi in 21 Paesi del mondo è potenzialmente destinato a essere svolto, in futuro, da macchine automatizzate o da robot. L'analisi, comparativa, prendeva in esame le mansioni di cui si compone ogni lavoro e un algoritmo specifico calcolava il rapporto.

Dando ormai per assodata l'irruzione di elementi e agenti automatizzati nella nostra vita professionale (e quotidiana), spesso anche con un certo beneficio, vedi la domotica e l'auto del futuro tanto per fare due grandi esempi, la vera questione è cercare di capire come cambierà il lavoro alla luce dello tsunami tecnologico che la nostra epoca sta vivendo e, soprattutto, quali professioni saranno le più colpite.

In un articolo recente apparso sul trimestrale di McKinsey tre ricercatori americani – Michael Chui, James Manyika e Mehdi Miremadi –
hanno provato a bypassare la questione approfondendo la fatidica domanda, “quali lavori i robot riusciranno a fare?” e, analizzando in dettaglio oltre 2000 mansioni lavorative a cavallo di 800 occupazioni diverse, incrociando i dati dell'US Bureau of Labor Statistics e di O*Ne, nei soli Stati Uniti (la ricerca completa con altri Paesi uscirà nei primi mesi del 2017) hanno individuato un range di parametri fondamentali per comprendere meglio se e come i robot sostituiranno gli umani: fattibilità tecnologica, costi dell'automatizzazione, offerta di lavoro umano, abilità, costo del lavoro, benefit, svantaggi sociali.

A conferma indiretta degli studi OECD, solo una certa parte di lavoro fisico, definita “prevedibile”, in base alla discriminante della sola fattibilità tecnologica ha un alto potenziale di automatizzazione: il 78%. Questo vale per attività di natura manuale ma le cose cambiano già con task meno “prevedibili” e più articolati, come costruire con legno cose complesse o raccogliere la spazzatura differenziata, ecc. Alta anche la stima nel Food (confezionamento e servizi), dove il potenziale di appalto dei task a robot tocca il 73%. Invece, nell'estrazione delle risorse alimentari (tra cui agricoltura, caccia e pesca) a livello tecnologico i robot potrebbero già svolgere il 50% delle mansioni, mentre nell'edilizia si scende al 47%. I picchi maggiori coincidono con il data processing e il data collecting che, comprensibilmente, arrivano rispettivamente al 69% e al 64%.

Naturalmente, in presenza di un aumento del grado di complessità delle mansioni, la percentuale della fattibilità tecnologica scende drasticamente, con la maggior parte delle mansioni svolte da professionisti ad alto tasso di formazione, quali manager e medici, che non arriva al 10% per quanto attiene al potenziale di automatizzazione. Se volete dilettarvi, qui c'è la tabella interattiva per calcolare in base ai task il grado di automatizzazione: divertitevi, tanto è solo un gioco... per ora.

© Riproduzione riservata