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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2012 alle ore 12:53.

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La fabbrica più grande del mondo è ancora un lagerLa fabbrica più grande del mondo è ancora un lager

SHANGHAI – Agghiacciante, fantastica, terrificante, sbalorditiva.
Gli imprenditori e i manager stranieri che, per ragioni di business, hanno varcato i cancelli proibiti della Foxconn descrivono ciò che hanno visto all'interno del colosso elettronico taiwanese con un misto di apprezzamento e di disgusto.

Che la fabbrica lager, come fu bollata ai tempi della stagione dei suicidi, non fosse un posto di lavoro come tanti altri (anche secondo gli schemi cinesi), era un fatto ormai acquisito.
Ma ora la maxi-rissa scoppiata domenica notte in un impianto lontano migliaia di chilometri da quello salito tristemente alla ribalta delle cronache internazionali nell'inverno 2008 suggerisce un'altra considerazione: il malessere degli operai della Foxconn è un problema di cultura aziendale.

Una cultura aziendale che, come raccontato per ossimori dalle uniche fonti indipendenti che hanno avuto accesso agli stabilimenti della fabbrica più grande del mondo, produce livelli di efficienza produttiva elevatissimi, impensabili in qualsiasi altra azienda del mondo.
Ma che, al tempo stesso, sottopone a una pressione sovrumana l'immenso esercito di forza lavoro che negli stabilimenti Foxconn sforna a getto continuo gli IPad e gli IPhone per conto della Apple.
Da Shenzhen a Taiyuan, la cittadina del nord della Cina dove ieri notte si è scatenata la guerriglia operaia, le ragioni del logoramento fisico e psicologico dei dipendenti sono sempre le stesse: orari massacranti, straordinari obbligatori, inquadramento militare, salari ai minimi di legge.

Ciononostante, i giovani cinesi destinati al grande mercato della manovalanza non specializzata continuano a fare a gara per trovare un impiego alla Foxconn. Perché? La ragione è semplice: chi riesce, a prezzo di duri sacrifici, a vestire la tuta della Foxconn anche solo per qualche tempo, poi riuscirà a trovare facilmente lavoro in qualsiasi altra azienda manifatturiera cinese.

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