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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2012 alle ore 18:48.

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Le attese non sono state deluse ed è arrivato oggi puntuale l'ok del cda di Prelios al memorandum concordato con Feidos per un'operazione straordinaria che porterà la società nelle mani di Massimo Caputi, ex a.d di Fimit (oggi Idea Fimit). Un'operazione che nasce da trattative iniziate prima dell'estate e che oggi sfociano in un'operazione straordinaria finalizzata al rafforzamento patrimoniale, al riequilibrio finanziario e al rilancio industriale di Prelios, come recita il comunicato stampa. Da subito spicca l'uscita di scena dell'a.d. Paolo Bottelli, mentre decadono i rumors che davano in arrivo sulla poltrona di amministratore delegato Giancarlo Scotti dal gruppo Generali. Le ultime indiscrezioni vogliono che in pole position sia Sergio Iasi, che al momento entra come consigliere.
L'operazione prevede un aumento di capitale da 185 milioni di euro, di cui 100 milioni almeno per cassa, e una rimodulazione dell'indebitamento, stimabile in circa 561 milioni di euro. Feidos parteciperà con 20 milioni di euro. Comunque l'operazione e relativo aumento di capitale – i cui dettagli sono da definire – devono ancora essere presentate agli organi deliberanti dei soggetti del patto, anche se Camfin già ieri ha dato la sua approvazione.

Dopo la firma dell'accordo preliminare, Feidos ha presentato le linee guida del rilancio che potrà essere raggiunto in 4 anni con il mantenimento dei livelli occupazionali e la valorizzazione delle risorse umane esistenti. L'obiettivo è focalizzarsi sui servizi per patrimoni italiani ed esteri, anche mediante joint venture europee. Il veicolo che investirà in Prelios è Feidos 11, di cui fanno parte oltre alla Feidos di Massimo Caputi anche Luca Rovati di RottaPharmMadaus, la famiglia nobile romana Diaz Della Vittoria Pallavicini – da anni attiva nel real estate - e altri investitori.
Tornando a Prelios, il cda ha anche approvato i conti al 30 settembre 2012 (giovedì su Casa24 Plus l'analisi a cinque anni dei principali titoli immobiliari quotati), certificando una perdita dei ricavi consolidati che sono scesi a 95,8 milioni di euro dai 121,6 milioni di euro dei primi nove mesi 2011. In particolare, i ricavi della piattaforma di gestione, italiana ed estera, ammontano a 91,6 milioni di euro (113,6 milioni di euro al 30 settembre dello scorso anno).

Negativo anche il risultato operativo che scende a 41,9 milioni di euro, condizionato in particolare dalle svalutazioni nel settore dei Non Performing Loan per 35,8 milioni di euro. Il risultato si confronta con il dato positivo di 6,1 milioni di euro, sul quale aveva inciso la vendita dell'immobile La Rinascente di Piazza Duomo a Milano.

Il risultato netto di competenza è negativo per 171 milioni di euro, a fronte di un risultato al 30 settembre 2011 negativo per 152,9 milioni di euro.

Scesi di poco invece gli asset under management - 11,4 miliardi di euro dai precedenti 12,4 miliardi – suddivisi oggi tra 10,3 miliardi di real estate e 1,1 miliardi di Npl. Oggi il patrimonio immobiliare gestito si trova per un 51% in Germania, per il 48% in Italia e per l'1% in Polonia. Ed è proprio sul fronte della gestione che si giocherà il futuro della società, pronta a diventare un gestore "puro" immobiliare.

Guardando solo all'Italia, il risultato operativo è negativo per 4,8 milioni di euro, rispetto al valore positivo di 26,4 milioni di euro nel terzo trimestre dal 2011. A pesare tra l'altro è il forte ridimensionamento della divisione agency, per il perdurare della situazione critica del settore immobiliare.

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