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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2014 alle ore 19:05.

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Una famiglia di processori progettata per il computing mission critical, per analizzare rapidamente grandi volumi di dati dati diversificati. Capace di prestazioni fino all'80% più elevate rispetto alla generazione di chip precedenti e con il vanto di costi complessivi di gestione (il cosidetto Tco, Total cost of ownership) fino all'80% inferiori rispetto alle architetture Risc di pari livello. Questo il biglietto da visita, decisamente ambizioso, con il quale Intel ha tolto i veli agli Xeon E7 v2.

Salto triplo per le capacità di memoria
Il paradigma dei big data e dell'Internet delle cose, la necessità (per le grandi aziende soprattutto) di dotarsi di strumenti tecnologici in gradi di processare in tempi ridottissimi diversi terabyte di informazioni, sono elementi ormai imprescindibili per fare innovazione nel campo del silicio. I dati, e molti di questi verranno generati dai dispositivi connessi (che saranno 30 miliardi entro il 2020), hanno bisogno di grande potenza di calcolo per essere analizzati in tempo reale. E ovviamente non solo di quella.

I nuovi processori Xeon portano in dote, in tal senso, il triplo di capacità di memoria rispetto ai loro predecessori (fino a 1,5 terabyte per socket, fino a un massimo di 32 socket per ogni server) e di conseguenza, fanno notare da Intel, la possibilità di inserire un set di dati (un intero database clienti, per esempio) nella memoria di sistema della macchina, anziché nelle tradizionali unità disco. La strada, in buona sostanza, è quella dell'in memory computing, strada già imboccata dai grandi vendor di software di classe enterprise (Sap e Oracle tanto per fare due nomi) e da colossi di Internet come eBay, il cui patrimonio informativo è costituito da oltre 50 petabyte di dati. Dove sta il vantaggio di adottare sistemi che promettono un'analisi avanzata e in tempo reale dei dati? In velocità di "filtraggio" e selezione delle informzioni fino a 148 volte superiori rispetto a quelle garantite dalle soluzioni di analytics che sfruttano dischi fissi tradizionali.

La nuova road map per i pc mobili
Sul fronte dei chip per notebook e ultrabook, invece, Intel è alle prese con i problemi di un mercato in persistente difficoltà e lo slittamento forzato del lancio della nuova famiglia di processori costruiti intorno all'architettura "Broadwell" con tecnologia di processo a 14 nanometri.

Questi chip, inizialmente, erano attesi al debutto nel corso del terzo trimestre 2014, ora si parla del quarto periodo dell'anno, se non di inizio 2015. La causa di tale ritardo? Essenzialmente le vendite non entusiasmanti dei processori "Haswell" Core i5 e Core i7, di cui è previsto un aggiornamento in primavera. (G.Rus)

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