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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2014 alle ore 10:45.
L'ultima modifica è del 05 agosto 2014 alle ore 15:13.

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Via libera dell'Aula del Senato con 160 sì e 106 no alla fiducia chiesta stamane dal Governo sul maxi-emendamento interamente sostitutivo del Dl Pa, nella versione modificata dalla commissione Affari Costituzionali. «Dobbiamo correre - aveva detto ieri il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia - e, a questo punto, visto che è stata messa alla Camera, la fiducia mi sembra ragionevole». L'obiettivo è ora chiudere entro l'8 agosto anche alla Camera, dove il decreto dovrà tornare in terza lettura.

Renzi: su "quota 96" faremo un intervento più ampio
Ieri dopo un pomeriggio di polemiche che hanno accompagnato il via libera in commissione Affari costituzionali ai quattro emendamenti soppressivi presentati dal Governo - in particolare sul no alla cosiddetta "quota 96", che sbloccava 4mila pensionamenti nella scuola - l'intervento di Renzi. L'emendamento sulla "quota 96" non c'entrava nulla con la ratio della riforma della Pa, ha detto il premier, quindi è stato giusto toglierla dal decreto. Il premier ha sottolineato che si sta preparando un intervento a fine agosto, assai più ampio come platea del perimetro dei 4mila insegnanti coperti dalla "quota 96". A palazzo Madama intanto i gruppi avevano approvato all'unanimità un ordine del giorno chiedendo al Governo di "riparare" in un altro provvedimento.

I rilievi della Ragioneria dello Stato sulle coperture
Nel mirino degli emendamenti del governo ieri i quattro "appunti" sulle coperture, anticipati sulle pagine del Sole 24 Ore, che erano stati mossi nei giorni scorsi dalla Ragioneria dello Stato alle coperture delle misure. "Quota 96" per i tecnici di via XX Settembre risultava «scoperta in termini di fabbisogno e indebitamento netto ai sensi delle norme sulla contabilità». Secondo la Ragioneria per assicurare la neutralità degli effetti per il 2014 «la riduzione da apportare si deve attestare a 45 milioni di euro» (e non a 34 milioni come indicava la relazione tecnica al provvedimento).

No anche alla revisione dei limiti di età per prof universitari e primari
Ieri sì della commissione Affari costituzionali del Senato anche all'emendamento soppressivo del governo che ha rivisto i limiti d'età per il pensionamento d'ufficio, eliminando il tetto dei 68 anni inserito per professori universitari e primari. Attualmente la legge Gelmini consente l'uscita obbligatoria a 70 anni per i docenti universitari. Per la Ragioneria l'uscita anticipata di due anni determinava «oneri non quantificati». Restano invece le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i medici).

Uscite anticipate dal lavoro: no alla cancellazione delle penalizzazioni Fornero
Complice un altro emendamento del Governo approvato in commissione no alla cancellazione delle penalizzazioni prevista dalla legge Fornero per le uscite anticipate dal lavoro.

No anche ai benefici per le vittime del terrorismo
Approvato in commissione anche l'emendamento del governo che sopprime alcuni benefici introdotti dal decreto in favore di chi avesse subito un'invalidità permanente in conseguenza di atti di terrorismo. Entrando nel dettaglio le disposizioni contenute nei 4 commi (dal 5 bis al 5 quinzuies) eliminati riguardavano una norma transitoria relativa ai benefici nei criteri di calcolo del trattamento pensionistico e del trattamento di fine rapporto per i dipendenti privati (e loro eredi) che avessero subito un'invalidità permanente in conseguenza di atti di terrorismo. La spesa prevista era di un milione di euro.


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