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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2014 alle ore 06:40.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 14:18.

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Ritornare a percorrere l'Italia con il medesimo sguardo che avevano Goethe, Stendhal, Montaigne e tutti i viaggiatori che fino alla prima metà dell'Ottocento hanno visitato il nostro Paese, lasciando taccuini pieni di annotazioni sulle bellezze del paesaggio, sulle grandezze artistiche, sui comportamenti della gente. Riproporre quel modo di attraversare la Penisola spinti dalla voglia di conoscere, di essere educati al Bello. Farlo, è ovvio, con presupposti diversi, perché se prima il viaggio era privilegio di aristocratici, ora i potenziali interessati sono ben altri. Quella del Grand Tour del XXI secolo è una delle proposte contenute nel rapporto che Italiadecide ha dedicato quest'anno al turismo, ricerca che sarà presentata oggi a Roma a Montecitorio (sala della Regina, ore 11) alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il presupposto da cui si parte è che il comparto turistico è in sofferenza, ma continua a rappresentare un settore strategico: nel 2012 i visitatori stranieri hanno speso in Italia oltre 32 miliardi di euro. L'obiettivo è tornare a rappresentare la meta turistica per eccellenza, forti del vantaggio che ci deriva dall'incredibile mix di cultura, paesaggio, stile di vita. Per farlo occorre superare carenze strutturali, le stesse che da tempo rallentano la crescita dell'Italia: piccole dimensioni di impresa, arretratezza del Meridione, regolamentazioni che scoraggiano l'attività imprenditoriale, elevata tassazione, un capitale umano non sempre all'altezza.

Si può farlo partendo da proposte concrete che incrocino l'opportunità della grande vetrina internazionale che potrà offrire Expo 2015. Una di queste è, appunto, il rilancio del Grand Tour, di un modello di turismo formativo ed educativo. Ci si può rivolgere, per esempio, agli uomini d'affari e ai professionisti o anche alle famiglie: si tratta di studiare percorsi ad hoc. E per farlo è necessaria la consulenza di un team di curatori interdisciplinari di livello elevato (come l'Enciclopedia italiana e l'Accademia dei Lincei) da mettere a disposizione delle località che si propongono come meta del Grande Viaggio.
L'obiettivo è elaborare itinerari che rimarchino il ruolo del nostro Paese nello sviluppo della civiltà occidentale e come crocevia di civiltà, ma leggendo quei percorsi in chiave moderna, come approfondimento per prendere le misure con il mondo attuale. Si può pensare, come debutto del Grand Tour, a sei ipotesi di viaggi brevi, ciascuno da suddividere, per esempio, in tre tappe e ciascuno contrassegnato da un'idea di fondo. Itinerari che possono essere organizzati come viaggi collettivi di piccoli gruppi, organizzati e guidati in forma di workshop da un conduttore preparato. Oppure si possono fornire strumenti e informazioni online perché ciascuno organizzi il proprio Grand Tour. L'importante è che una certa immagine dell'Italia ricominci ad affascinare il mondo.

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