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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2011 alle ore 09:41.
La banda ultralarga partirà dalla Provincia di Trento. Dopo il primo accordo di febbraio, via libera definitivo alla costituzione della holding Trentino Ngn (dove Ngn sta per Next generation network), che realizzerà una rete di telecomunicazioni in fibra ottica di nuova generazione. L'obiettivo è connettere oltre 150mila unità immobiliari, pari al 60% delle case dell'intera Provincia, anche se la sfida maggiore sarà portare sul super web imprese ed enti pubblici visto che la promessa è raggiungere con un network ad alta velocità amministrazioni locali, aziende sanitarie, università e ovviamente tutto il mondo produttivo del territorio.
La nuova società pubblico-privata avrà un capitale iniziale di 96 milioni di euro e vedrà la Provincia di Trento azionista di maggioranza con il 52% delle quote. Telecom Italia parteciperà alla capitalizzazione di Trentino Ngn con un conferimento del diritto d'uso delle infrastrutture civili necessarie per la posa della fibra, mentre McLink e la Finanziaria Trentina (gruppo privato costituito da circa 60 imprenditori) sottoscriveranno le quote in contanti.
Snodo cruciale: Telecom conferirà la sua rete in rame con la possibilità di esercitare una «call», un vero e proprio diritto di riacquisto quando il network sarà migrato verso la fibra. Infatti è prevista al raggiungimento di «determinati livelli di penetrazione dei servizi - spiegano dalla Provincia - la possibilità che Telecom apporti al capitale di Trentino Ngn la propria rete in rame, acquisendone la maggioranza». Il gruppo telefonico - che ieri ha chiuso un altro accordo con la Provincia di Bolzano per colmare il digital divide - ha quindi negoziato con Trento il diritto di acquisire la sua quota di partecipazione, «facoltà esercitabile dopo sei anni a un prezzo pari all'investimento effettuato incrementato di un tasso di interesse annuo del 7,5 per cento».
«Le nuove tecnologie - ha spiegato il presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai - garantiscono ai territori maggiore competitività. Sono nuovi strumenti per le famiglie, i giovani e per le imprese». E a ribadire che questo è il «progetto della Provincia di Trento e non di Telecom Italia» è Sergio Bettotti, dirigente all'Innovazione, che conferma l'apertura della società agli operatori telefonici alternativi. Gli stessi che, in giugno, avevano sollecitato un esposto alla Commissione europea per chiarire la natura dei rapporti tra la stessa Telecom e la Provincia. «Il 18 luglio abbiamo portato a Bruxelles tutta la documentazione per dimostrare che questa è un'operazione di mercato - continua Bettotti - e siamo stati incoraggiati a procedere con il business plan».
Soddisfatto dell'accordo anche Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom: «La migrazione verso reti ultrabroadband fisse e mobili è un percorso complesso che richiede rilevanti investimenti in uno scenario di congiuntura economica difficile e di incertezza della domanda - ha detto il top manager - sarà quindi necessario adottare nuove architetture di rete, nuovi modelli di business e nuovi schemi regolatori».
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