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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2013 alle ore 16:25.

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Cassazione: per il 40% dei processi termini ridotti come per Mediaset

Più del 40% dei processi sono stati assegnati alla Sezione feriale della Cassazione con la riduzione dei termini ordinari, per evitare il rischio della prescrizione. Questo dicono le statistiche della Cassazione e tanto dovrebbe bastare a chiudere le polemiche sulla presunta «stranezza» dell'anticipazione del processo Mediaset al 30 luglio. Nel 2011 sono stati 84 su 191 (il 44%) i ricorsi fissati nel periodo di sospensione feriale con la riduzione dei termini prevista dall'articolo 169 delle Disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale; 81 su 201 nel 2012 (il 40%): la percentuale in assoluto più alta rispetto a tutte le altre sezioni della Corte.

La lettura delle statistiche, e dei decreti del primo presidente della Cassazione, smonta il teorema del Pdl sulla «giustizia contra personam» e dimostra che il caso-Berlusconi non è affatto isolato. Così come non è «anomala» la segnalazione della Corte d'appello di Milano alla Cassazione relativa al calcolo, sia pure prudenziale, della prescrizione. Già nel 2000 una circolare stabiliva espressamente che il giudice d'appello, nel trasmettere alla suprema Corte il fascicolo del processo, dovesse allegare una «cartellina» con la scadenza, prudenziale, della prescrizione e della custodia cautelare nonché con tutti i dati di identificazione dell'imputato, così da consentire all'Ufficio spoglio del Palazzaccio di verificare le «urgenze». Grazie a questo scambio di informazioni si è evitata, ad esempio, la scadenza dei termini di custodia cautelare per gli imputati del processo alle nuove Brigate rosse, segnalato appunto come urgente. Questa è, o dovrebbe essere la regola in tutti gli uffici. Il presidente della Corte d'appello di Milano Giovanni Canzio, ad esempio, ha diramato una circolare ai Tribunali del distretto "avvertendoli" che la cancelleria centrale riceve i fascicoli soltanto se corredati da queste indicazioni.

Qualunque sia il reato è obbligatorio avvertire se l'imputato è detenuto e stanno per scadere i termini di custodia cautelare oppure se la prescrizione è imminente. Salvo per reati imprescrittibili, come l'omicidio. Ma se l'omicidio, ad esempio, è contestato con il porto di coltello, allora bisogna avvertire quando si prescrive la contravvenzione.
Certo, queste regole di buona amministrazione non sempre funzionano come dovrebbero, ma sono la norma. I casi di prescrizione maturata in Cassazione sono rari e dipendono o da udienze saltate o da avvisi di notifica non andati a buon fine che impongono un rinvio dell'udienza o, ancora, da cambiamenti delle norme o della qualificazione giuridica del reato. Spesso, invece, i processi arrivano in Cassazione già prescritti perché la prescrizione è maturata dopo la sentenza d'appello.

Anche l'assegnazione alla Sezione feriale è stata contestata in casa Pdl poiché il reato per il quale Silvio Berlusconi è stato condannato - la frode fiscale - è di competenza della terza o della sesta sezione. Ma anche in questo caso i decreti del primo presidente della Corte non lasciano margini di dubbio sulla correttezza dell'operato degli ermellini. Il 21 maggio 2013 Santacroce ha stabilito nel dettaglio modalità e tempi di assegnazione dei ricorsi alla Sezione feriale nonché la composizione dei collegi per il periodo dal 22 luglio al 14 settembre. Quello che dovrà giudicare Silvio Berlusconi, il 30 luglio, è stato quindi deciso "in tempi non sospetti" e tutto sommato dovrebbe rassicurare la difesa dell'ex premier visto che nessuno dei cinque giudici che lo compongono (Esposito, Franco, D'Isa, Aprile, De Marzo) è una "toga rossa".

Se invece l'udienza fosse stata fissata più avanti, per esempio tra l'11 e il 31 agosto, Berlusconi avrebbe rischiato di incappare in ben due "toghe rosse" quali Gennaro Marasca e Luigi Marini, rispettivamente leader storico e presidente di Magistratura democratica, la corrente di sinistra dell'Anm contro cui si scaglia sempre l'ex premier. Peraltro, il rischio c'è ancora: se il 30 luglio la difesa chiedesse un rinvio e il collegio lo concedesse in via preliminare avendo verificato che il termine di prescrizione non scade il 1° agosto ma qualche settimana dopo, il processo potrebbe finire proprio "nelle mani" delle due "toghe rosse".

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