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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2013 alle ore 08:30.

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Capitali all'estero, spunta un nuovo rientro tassato. Ma non sarà un condono nè un nuovo scudo fiscale

PAVIA - Non sarà una riedizione dello scudo fiscale, né tanto meno un condono simulato. Eppure c'è grande attesa per l'operazione di «voluntary disclosure» dei capitali illecitamente detenuti all'estero che l'agenzia delle Entrate si appresta ad attuare. Chiare indicazioni in questo senso sono emerse ieri nel corso del convegno dedicato al tema del «Rientro nella legalità dei patrimoni esteri» organizzato all'Almo Collegio Borromeo di Pavia dall'Università pavese, dagli Ordini dei dottori commercialisti di Pavia, Voghera e Vigevano in collaborazione con Kpmg. Convegno al quale hanno preso parte, tra gli altri, il direttore dell'Agenzia, Attilio Befera, il vice direttore generale, Marco Di Capua, il capo dell'Ucifi (Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali) Antonio Martino e l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

Proprio l'Ucifi sta mettendo a punto la procedura che dovrà essere seguita dai contribuenti che non avendo più la possibilità o la convenienza a mantenere all'estero patrimoni o redditi esportati illegalmente e sui quali dunque sono state evase le imposte di competenza, vorranno rimettersi in regola. Una necessità, più che una opportunità, visto il nuovo clima di contrasto ai paradisi fiscali e all'evasione internazionale che si è venuto a creare negli ultimi due anni e i nuovi strumenti che in sede bilaterale e multilaterale (Ocse, G20, Ue) si stanno costruendo, come ha ricordato Befera: «L'atteggiamento nuovo di Svizzera e San Marino sul fronte fiscale è l'emblema di questo passaggio storico e del fatto che per molti è venuto meno il vantaggio di tenere i capitali oltreconfine. Con un'iniziativa sullo scambio automatico di informazioni come il Fatca, (The foreign account tax compliance act), nata negli Usa e in via di implementazione in tutto il mondo, si possono aprire autostrade nella lotta all'evasione e penso che molti si sbrigheranno a riportare i soldi in Italia».

La procedura di rientro dei capitali, raccomandata a livello Ocse, è possibile anche grazie al fatto che la legge europea del 2013 di agosto ha previsto, per evitare una multa Ue, la revisione (al ribasso) delle sanzioni sulle omissioni di quadri della dichiarazione dei redditi relativi al monitoraggio fiscale delle disponibilità estere (il cosiddetto quadro RW). Presto sarà resa praticabile e l'Agenzia diffonderà le istruzioni per integrare la circolare 25 del 31 luglio 2013 che ha appunto affidato agli uffici che si occupano dei controlli sull'estero «lo sviluppo di attività volte alla volontaria disclosure di attività economiche e finanziarie illecitamente detenute all'estero da contribuenti nazionali».

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