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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2013 alle ore 08:21.

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Big data entra nei radar dell'Inps e dimostra che l'analisi previsionale è pronta al salto di qualità. Per esempio, per stimare in anticipo il ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende e con un buon margine di correttezza. L'Istituto di previdenza, in collaborazione con il Gruppo Daman, nei giorni scorsi ha verificato la prevedibilità del ricorso alla cassa integrazione guadagni da parte di 356.057 aziende assicurate, utilizzando il software Kxen. Il test era sull'ultimo trimestre dell'anno scorso e ha previsto il ricorso alla Cig da parte di 24.236 aziende. La realtà osservata a posteriori ha dimostrato che 334.408 aziende non hanno fatto alcuna domanda, mentre 21.667 lo hanno fatto. Il risultato della previsione è dunque risultato esatto al 93,1 per cento.
Il passo avanti che si può compiere con modelli predittivi è enorme. E non solo per l'Inps, dove un aumento della Cig è capace di far variare di qualche miliardo il bilancio, ma anche per i policy maker, chiamati a prendere decisioni che riguardano componenti imponenti della spesa sociale. L'Inps è un soggetto del sistema statistico nazionale – Sistan – ed è una delle 19 autorità statistiche nazionali che, con l'Istat, fornisce direttamente dati ed elaborazioni a Eurostat. L'Istituto gestisce tra l'altro il modello previsionale della spesa pensionistica rapportata al Pil, effettuando proiezioni fino a 50 anni. Si tratta di un modello di micro-simulazione per stimare gli effetti finanziari a lungo termine delle riforme, uno strumento imprescindibile per ogni ministro del Lavoro.
L'Inps negli ultimi vent'anni ha effettuato grandi investimenti nell'informatica e nella reingegnerizzazione dei processi amministrativi e oggi può gestire un'enorme quantità di dati. «Il vantaggio si determina nel momento in cui si riescono a cogliere tutte le informazioni utili, presenti negli archivi anche in modo implicito o nascosto – ha detto Antonietta Mundo, responsabile del coordinamento statistico e attuariale dell'Inps –. E oggi la sfida si sposta sulla corretta interpretazione del patrimonio informativo dell'Istituto e sul concreto contributo che questa interpretazione può dare in termini di efficacia ed efficienza ai processi, e in definitiva in termini di risparmio di risorse». Un contributo determinante per affrontare tecnicamente questa sfida – ha proseguito l'esperta Inps – è fornito dagli "analytics", cioè le tecniche statistiche e matematiche di analisi multivariata e previsionale che riescono a trovare informazioni preziose in un mare apparentemente disomogeneo di dati, «scoprono relazioni e schemi nascosti e multipli tra i dati, individuano gli indicatori più significativi per particolari eventi, prevedono cosa succederà e quali saranno i trend».
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