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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2014 alle ore 19:01.
L'ultima modifica è del 12 settembre 2014 alle ore 19:57.

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L'entrata in vigore dell'Accordo di libero scambio tra l'Ucraina e la Ue è stato rinviato al 31 dicembre 2015. È quanto si legge in una nota diffusa a Bruxelles dopo un incontro trilaterale Ue-Ucraina-Russia. Una notizia inattesa che in teoria disinnesca la miccia che quasi un anno fa fece scoppiare la crisi ucraina. Se i prossimi negoziati a tre avranno successo, trovando un modo per conciliare l'avvicinamento dell'Ucraina alla Ue con le preoccupazioni russe, questo potrebbe aiutare la soluzione anche degli altri contenziosi: quello sul gas ma soprattutto il confronto nell'Ucraina orientale, andato molto al di là di quello scontro iniziale esploso tra Mosca e Kiev sul fronte del commercio quando l'ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, a fine novembre 2013, su pressione di Mosca decise all'ultimo minuto di non firmare l'Accordo: accendendo le proteste di piazza divenute poi una rivolta contro il suo regime, che lo costrinse alla fuga.

«Abbiamo deciso di rinviare l'applicazione provvisoria (dell'Accordo, ndr) fino alla fine del prossimo anno - ha dichiarato ieri sera a Bruxelles il commissario al Commercio, Karel De Gucht -. Questo ci dà il tempo necessario a discutere di tutti i problemi che possano nascere. Spero che potremo arrivare a una soluzione». Ue, Ucraina e Russia proseguiranno dunque le consultazioni al fine di rispondere alle preoccupazioni espresse da Mosca.

Solo poche ore prima il presidente ucraino Petro Poroshenko aveva ribadito che l'Accordo di associazione e libero scambio con Bruxelles sarebbe stato ratificato la settimana prossima: scatenando la reazione di Mosca. A partire dal 1° novembre, aveva subito chiarito il ministro russo dell'Economia Aleksej Uljukaev, la Russia avrebbe risposto introducendo tariffe all'import di prodotti ucraini, per proteggere il proprio mercato. Come aveva ricordato di recente Vladimir Putin, l'ingresso di prodotti europei più competitivi sul mercato ucraino - e da lì su quello russo - provocherebbe all'economia russa un danno di 100 miliardi di rubli, 2,6 miliardi di dollari.

Preoccupazioni di cui ora i negoziati a tre potrebbero tenere conto. Nei giorni scorsi Mosca aveva trasmesso a Kiev e a Bruxelles un «progetto d'accordo», una lista di 144 prodotti russi che Mosca spera di veder esentati dalle tasse sul mercato ucraino perché - aveva detto Uljukaev - sono «i più sensibili» per la Russia.


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