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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2011 alle ore 06:48.

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Schoology è una nuova piattaforma per la didattica che sta trasformando in "social network" molti college Usa. Si tratta di una start up newyorkese finanziata nel 2009 con 1,25 milioni di $ da Meakem Becker Venture. Ed è forse il primo riuscito tentativo di mixare il carattere cooperativo e ludico di Facebook con quello "didattico" dei Learning Management System (Lms) tradizionali, Moodle o Blackboard. L'interfaccia di Schoology emula quella del più famoso dei social network: aggiornamenti di "stato", "post", "condivisione" e update istantanei. Tuttavia integra directory per corsi online e contenuti digitali delle varie materie e strumenti per l'erogazione di test e verifiche. Ha una buona capacita di upload: 15 Gbyte gratuiti ogni 100 studenti ed è una piattaforma cloud (disponibile online).
Il docente propone sul web gli oggetti didattici del suo corso, e ne può discutere con gli studenti sul "wall". Si usano i post e i commenti per approfondire le varie tematiche o i test. Gli studenti possono postare in tutte le aree di Schoology, e pubblicare materiale integrativo. Non solo il singolo insegnante o corso di studio, ma tutta una scuola o una Università può avvalersi di questo social network educational. Schoology è gratuita per singoli docenti e i singoli corsi ma la versione premium (a pagamento) permette di gestire online tutti i processi organizzativi e didattici di una scuola. Generare report sulle performance di docenti e studenti, gestire registri elettronici, comunicare via web o sms con le famiglie, personalizzare con il "brand" del college la piattaforma. In Italia, le "classi virtuali" sono ancora oggetti misteriosi utilizzati solo da poche scuole e insegnanti "pionieri". Ma nel mondo anglosassone siamo ormai alla versione 2.0 di queste piattaforme.
Secondo le opinioni degli studenti riportate ad esempio nel report 2010 di Educase (www.educase.edu) e di molti esperti gli Lms tradizionali sono troppo macchinosi ed erogativi. In effetti queste piattaforme (pensate nei primi anni 2000) assomigliano più a «macchine per insegnare» che a strumenti di interazione sociale e formativa. Gli studenti vogliono oramai una wiki-didattica che sia all'altezza delle interazioni sociali che avvengono su Facebook, Twitter e You Tube. Schoology, invece, pensata sul modello di un social network consente ai "nativi digitali" di praticare la modalità di apprendimento che preferiscono: il learning by doing e questo è un plus che potrebbe decretarne il successo.
Paolo Ferri insegna all'Università
degli Studi Milano Bicocca
www.schoology.com
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