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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2014 alle ore 08:13.
L'ultima modifica è del 06 marzo 2014 alle ore 11:08.

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Lasciare a casa l'automobile per andare a lavorare in bicicletta. Un buon proposito che fanno in molti ma che, poi, solo in pochi riescono ad attuare. Se però ci fosse un incentivo economico, per esempio 25 centesimi al chilometro sul percorso casa-lavoro, la propensione al cambiamento potrebbe essere decisamente più elevata. A scommetterci è Frédéric Cuvillier, ministro dei Trasporti francese, che ha annunciato il nuovo piano per la ciclabilità. Il suo obiettivo dichiarato è quello di far aumentare il numero di francesi che utilizzano la bicicletta per i loro spostamenti quotidiani: stando alle ultime statistiche sono 17 milioni i ciclisti che la usano almeno una volta alla settimana, mentre superano i 3 milioni i cosiddetti commuter, vale a dire coloro che abbinano la bicicletta ad altri mezzi di trasporto, tipicamente il treno o la metropolitana.

Mentre l'Italia discute del rinnovo del Codice della strada (in cui la bicicletta, che nel frattempo è diventata pieghevole e perfino elettrica, viene ancora chiamata velocipede), la Francia passa all'azione con un piano nazionale che il nostro Paese non è mai riuscito a mettere insieme. E lo fa per incentivare un sistema di mobilità virtuoso sotto il profilo della salute, dell'ambiente e, secondo molti studi europei, anche della spesa pubblica. Ma in che modo? Il bike-plan del ministro Cuvillier è articolato in «25 passi concreti», con particolare attenzione alla sicurezza e a una circolazione più efficiente.

Tra le proposte, per esempio, c'è quella di sollevare i ciclisti dall'obbligo di procedere sempre sul margine destro della strada. Prassi che ormai è una consolidata tecnica "di sopravvivenza" ma rappresenta materia di animate discussioni con gli utenti motorizzati della strada. Quel lembo terminale di carreggiata, infatti, nasconde molte insidie per il ciclista: spesso ci sono tombini, buche e ostacoli di ogni tipo, l'asfalto è più sporco, per non parlare delle portiere delle auto parcheggiate che si aprono all'improvviso.

Un'altra delle misure proposte dal ministro, di cui però si occuperanno le amministrazioni locali, è quella di autorizzare i ciclisti, ove ve ne siamo le condizioni di sicurezza, alla svolta a destra in caso di semaforo rosso. Questa misura, già adottata in via sperimentale in 18 incroci di Parigi, è in vigore da anni in Belgio e Olanda ed è richiesta a gran voce anche da molte associazioni italiane.

Come in ogni altra parte del mondo, anche in Francia uno dei principali deterrenti all'uso della bicicletta è il timore dei furti. Per questa ragione il piano di Cuvillier prevede la creazione di parcheggi sicuri in prossimità di tutte le principali stazioni ferroviarie (obiettivo fissato per il 2020), oltre che all'interno delle aziende che hanno posti auto per i dipendenti.

Sul tragitto casa-lavoro il ministro sa di giocarsi gran parte della sfida sulla mobilità, per questa ragione invita le grandi aziende francesi ad aderire al suo piano attivando politiche interne volte a stimolare l'uso della bicicletta. Ma l'invito non è un semplice atto formale perché, come detto, Cuvillier ha annunciato la sperimentazione di un'indennità chilometrica per un gruppo di lavoratori volontari (tra le aziende coinvolte nell'iniziativa c'è anche L'Oreal) che rinunceranno all'uso dell'automobile per raggiungere il posto di lavoro. Il risarcimento è stato stabilito nell'ordine dei 25 centesimi di euro per chilometro percorso e l'Agenzia Francese per l'Ambiente e la Gestione dell'Energia ha stimato una spesa di circa 110 milioni di euro per il progetto, con un saldo costi-benefici ampiamente positivo considerando le ricadute positive sulla salute e sulla produttività.

Le misure per favorire chi va in bicicletta riguardano anche gli automobilisti a cui potrebbe essere consentito, in caso di buona visibilità, attraversare la linea continua della carreggiata per superare in sicurezza un ciclista. Giro di vite, invece, per chi parcheggia l'automobile sulle piste ciclabili: la contravvenzione passerà da 35 a 135 euro.

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