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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2013 alle ore 19:18.

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S&P taglia i rating di 18 banche italiane, ma salva Intesa e Unicredit

Standard & Poor's ha tagliato il rating di lungo periodo di 18 banche italiane salvando però Intesa Sanpaolo e Unicredit. È quanto si legge in una nota, in cui si precisa che la decisione segue il downgrade dell'Italia. L'agenzia mantiene l'outlook negativo su tutto il comparto bancario italiano. Le due eccezioni sono Banca Carige e Dexia Crediop, i cui rating restano in creditwatch negativo, ovvero sotto osservazione per un possibile taglio.

Sotto la scure dell'agenzia di rating finiscono quindi Ubi Banca e Credem che scendono a livello BBB-; Fga Capital, Iccrea e Mediocredito a BB+; Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell'Emilia Romagna e Banco Popolare a BB; infine Unipol Banca a BB-. D'altro canto, tra le banche che si salvano, oltre a UniCredit e Intesa Sanpaolo (declassate il 12 luglio), S&P's segnala l'Istituto per il Credito Sportivo, Banca Fideuram, Mediobanca, Banca Popolare dell'Alto Adige e l'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, i cui rating restano confermati.

Per l'agenzia internazionale, le banche italiane operano in un ambiente con alti rischi economici, lasciando le banche più esposte a una recessione più profonda e lunga di quanto pensavamo. Il Pil dell'Italia, dopo il -1,9% previsto per il 2013, «avrà segnato un calo in termini reali del 9% negli ultimi sei anni» con un -25% per gli investimenti e un prodotto pro-capite inferiore ai livelli del 2007. Lo scrive Standard & Poor's, aggiungendo: «Non ci aspettiamo che questa tendenza si inverta significativamente nel 2014».

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