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Startup verso quota 3.400, ma 60% ancora in perdita. Nel Dl…

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innovazione

Startup verso quota 3.400, ma 60% ancora in perdita. Nel Dl banche nuovi incentivi in arrivo

Le start up made in Italy continuano a crescere al ritmo di oltre un centinaio al mese e a inizio marzo sono diventate 3397. Lavorano soprattutto sul fronte dei servizi alle imprese (il 73%), hanno un capitale sociale di 48mila euro, contano 4 soci in media e impiegano quasi 3 dipendenti l'una. Ma nel 57,9% dei casi registrano ancora bilanci in perdita. Un dato, questo, spesso “fisiologico” per società che nei primi anni di vita scommettono su ricerca e innovazione e per il peso del debito. Ora nel Dl banche all'esame della Camera potrebbero arrivare nuovi incentivi per favorirne il decollo.

La salute economica delle start up
L'ultimo censimento, questa volta non solo numerico, arriva dal cruscotto di indicatori statistici sul quarto trimestre 2014 appena pubblicato dallo Sviluppo economico. Che oltre a contare le start up nate in Italia ne fa anche un “check” sulla salute economica. Secondo questa fotografia il valore della produzione media di queste imprese innovative - calcolato su quasi 1.700 startup in base ai bilanci 2013 - è pari a 128mila euro (ma la metà ha prodotto per meno di 27mila). Dal punto di vista occupazionale, le 989 startup con dipendenti impiegano complessivamente 2.607 persone (in media 2,6 dipendenti). Inoltre il 57,9% delle startup innovative nel 2013 è risultato in perdita (rappresentano quasi il 60% della produzione complessiva). «Durante i primi esercizi di operatività è probabile - ricorda il report - che si presentino risultati economici in perdita a causa del peso che il debito presenta nella fase iniziale». Valori negativi anche per gli indicatori di redditività Roi (-0,14) e Roe (-0,28). Infine per ogni euro di produzione le startup generano in media 13 centesimi di valore aggiunto (20 centesimi quello delle società di capitali). Ma se si prendono in considerazione solo quelle in utile il valore aggiunto è più alto: 32 centesimi per le start up contro 22 per le società di capitali.

In arrivo nuovi incentivi per il settore
Nuove misure agevolative potrebbero ora aggiungersi ai benefici già previsti dal 2012 (fiscali e non) per il decollo delle start up. Alcune novità sono in arrivo grazie ad alcuni emendamenti approvati ieri al decreto banche all'esame delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. Una prima modifica al testo riguarda il regime di crowdfunding (la raccolta di capitali attraverso portali online) prevedendo che anche le banche possano sottoscrivere quote di startup e piccole e medie imprese. Tra gli emendamenti che potrebbero essere approvati oggi c'è invece un meccanismo di «dinamizzazione» dei contributi Inps, per cui se non ci sono ricavi non si pagherebbe neanche il minimo del cuneo contributivo. E poi è allo studio l'estensione della definizione di startup innovativa – con tutte le agevolazioni che ne conseguono - a tutte le imprese costituite da cinque anni (oggi il limite è di quattro anni). E infine la possibilità della costituzione della società con firma elettronica attraverso un atto notarile tipizzato senza firma del notaio.

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