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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2012 alle ore 14:54.

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E se le indicazioni migliori per effettuare i movimenti di Borsa arrivassero direttamente dai social media? L'interrogativo, ennesima faccia della pervasività totale o quasi di Facebook, Twitter e compagnia, si giustifica in relazione a quanto si legge in un articolo pubblicato oggi online da Bloomberg Business Week, che illustra le capacità di "veggenza" di una società specializzata di San Francisco – TopsyLabs – nell'analisi dei messaggi pubblicati in Rete e inerenti una tal compagnia quotata sui listini.

L'articolo fa un esempio specifico che chiama in causa Netflix, il gigante americano dei servizi di noleggio di Dvd online. L'attenta interpretazione degli scritti su Twitter nel periodo (luglio 2011) in cui la società aveva comunicato la decisione di dividere in due la propria attività potevano da subito far pensare al successivo crollo (poi puntualmente verificatosi a inizio autunno) del valore delle azioni della stessa.

Per farla breve, se Netflix ha bruciato circa 8 miliardi di dollari sui listini in pochi mesi si poteva intuirlo in tempi non sospetti con una certosina analisi dei post pubblicati dai consumatori sul social network. Ed è proprio da questi presupposti che Topsy si è inventata un servizio che, processando alla stregua di dati le conversazioni liberamente postate sui social network, si prefigge di aiutare gli investitori a prevedere nel breve-medio termine gli andamenti dei titoli in portafoglio.

L'idea venuta a Topsy non è comunque una primizia assoluta, almeno per quanto concerne il modello di analisi utilizzato. Altre aziende, e nell'articolo si fanno i nomi di WiseWindow e Derwent Capital Markets, sfruttano infatti strumenti di "sentiment analysis" per intercettare in modo abbastanza preciso le propensioni al consumo (compresa, da oggi in poi, la compravendita di azioni in Borsa) di chi popola assiduamente le chat di Twitter, Facebook e blog.

L'influenza degli strumenti social non permette solo di misurare i livelli di rischio legati a questioni politiche o di piazza ma anche di intuire – etichettando nel caso specifico come positivi o negativi i tweet - quelle che potrebbero essere le dinamiche dei titoli (e in particolare quelli tecnologici) a Wall Street. O almeno questa è la convinzione dei vertici di Topsy. L'importante, dicono dalla piccola società californiana, è che si vada a lavorare in modo predittivo su dati e tendenze che arrivano dal basso, direttamente dai consumatori e non già elaborate dai grandi media. E l'esercizio condotto su Netflix avrebbe confermato concretamente questa tesi.

L'obiettivo di Topsy Labs, che opera grazie a un finanziamento di 30 milioni di dollari rastrellato sul mercato, è ora quello di rendere disponibile il servizio di cui sopra al più tardi entro la fine del 2012. Dalla sua ha un accordo con Twitter che le permette di accedere integralmente ai messaggi postati dai circa 100 milioni di utenti del social network, il che significa processare qualcosa come decine di milioni di tweet ogni giorno. Certo, come osserva un'analista di Frost & Sullivan, i dati ricavabili dai Twitter non sono lo specchio completo di quanto succede nel mondo per il semplice motivo che il luogo virtuale dove parlare a ruota libera di sé e di tutto è Facebook.

Quello di Topsy Lab sarebbe dunque un servizio non immune da limitazioni ma a suo credito c'è un episodio che negli Usa sicuramente ricopre una certa importanza: nel fare il punto sulle possibili vendite dell'iPhone 4S, il sito si era sbilanciato nell'affermare che queste sarebbero state superiori alle iniziale stime degli analisti (e così è effettivamente) partendo dall'elaborazione dei commenti sul prodotto postati in Rete dagli utenti il primo giorno di disponibilità nei negozi dello smartphone di Apple. Commenti che erano molto più positivi che negativi.

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