Economia

Accordo Mediaset-Vivendi, Premium ai francesi. Le ragioni di…

  • Abbonati
  • Accedi
intesa raggiunta

Accordo Mediaset-Vivendi, Premium ai francesi. Le ragioni di un’alleanza

Si è parlato a più riprese di Sky, Al Jazeera, Canal Plus. Alla fine, come ormai si vociferava da settimane è stata la francese Vivendi ad accordarsi con Mediaset per dare vita a una partnership industriale. In base agli accordi il 3,5% del capitale di Vivendi sarà scambiato con il 3,5% del capitale di Mediaset e il 100% del capitale di Mediaset Premium, la pay tv del Biscione che passa così di mano.

Con l’intesa Vivendi, si legge in una nota della società francese, rafforza la presa sulla tv a pagamento creando una entità europea con «più di 13 milioni» di abbonati complessivi. L'intesa comprende inoltre «iniziative per la produzione e la distribuzione in comune di contenuti audiovisivi e la creazione di una piattaforma tv globale over-the-top». La finalizzazione di quest’accordo, che dovrebbe completarsi nei prossimi mesi, è soggetta all'approvazione delle autorità competenti.

Mediaset, nella sua comunicazione, indica quella sottoscritta con Vivendi come «un’intesa che formalizza un'alleanza strategica tra i due Gruppi europei. L'accordo è mirato all'unione delle rispettive leadership nazionali per cogliere ogni opportunità di sviluppo nel nuovo scenario globale del settore media». L'accordo, che dovrebbe essere finalizzato entro il 30 settembre, prevede dei paletti per i francesi. Vivendi, Mediaset e Rti sottoscriveranno un accordo di lock up di tre anni. In particolare Vivendi e Fininvest alla data del closing sottoscriveranno un patto parasociale di stabilità: nel primo anno Vivendi non potrà effettuare alcun acquisto di azioni Mediaset. Nel secondo e terzo anno non potrà possedere una partecipazione complessiva superiore al 5 per cento.

Fin qui le comunicazioni. Dietro alle quali ci sono ragioni per un accordo che ha un forte imprinting finanziario, per il momento, ma che ha già (e avrà ancora di più in prospettiva) un côté industriale significativo. L’accordo fra Vivendi e Mediaset ha sicuramente effetti, alcuni immediati, altri in prospettiva. Per Mediaset l’effetto immediato è quello di entrare, e non da comprimario, in una realtà multinazionale che vuole dire la sua a tutti gli effetti sul mercato televisivo e in quella zona ampia di mercato che può nascere dalla convergenza contenuti-tv-tlc (Vivendi è azionista di riferimento di Telecom Italia, con il 24,9%). Altro effetto è quello di conferire una realtà che, in un contesto come quello attuale, rischiava di passare per una zavorra non sostenibile a lungo.

Dall’altra parte, dal lato francese, l’accordo rende tangibile il sogno di una piattaforma europea per Vivendi, multinazionale che nasce come telco, oggi è a tutti gli effetti una media company. Del resto, ha venduto la brasiliana Gvt a Telefonica come la francese Sfr a Numericable. Via le attività nelle tlc e shopping invece nei contenuti per il gruppo presieduto da Vincent Bollore che ha in pancia Universal Music, con StudioCanal numero uno europeo della produzione di film e serie tv, ha il canale pay Canal+ ed è azionista al 26,2% del nuovo gruppo Banijay, nato dalla fusione fra la francese Banijay e l'italiana Zodiak Media. A questo a breve potrebbe aggiungeersi la società italiana di produzione Cattleya, nella quale dovrebbe entrare.

Chiaro che quel che serve ai francesi sono i contenuti pregiati. Quelli li ha, o li può produrre, Mediaset cui invece manca la stazza dei francesi. E c’è una cosa in più che Mediaset può garantire a Vivendi. Con l’unione con il Gruppo di Cologno Vivendi si garantisce un affaccio nei mercati televisivi italiano, spagnolo e tedesco, oltre a quello francese.

Obiettivo? Dall’altra parte i competitors che immediatamente vengono in mente sono Netflix e Sky. La prima negli Stati Uniti ha fatto bingo, con profitti utili anche a coprire le perdite nel resto del mondo. Dall’altra parte c’è Sky. In casa Murdoch nel 2014 è nata la Sky in formato europeo dall'unione delle attività di Uk, Germania, Italia.

Piccolo non sarebbe stato bello per Mediaset Premium. Secondo quanto indicato giorni fa da Radiocor, la pay-tv di Mediaset ha chiuso il 2015 con perdite per oltre 80 milioni. Nella relazione di bilancio del gruppo televisivo si legge che Mediaset Premium Spa, nel suo primo esercizio come società separata dalle altre attività di Cologno Monzese, ha riportato un risultato netto negativo per 83,8 milioni su ricavi netti per circa 560 milioni (641 milioni i ricavi totali comprensivi anche della raccolta pubblicitaria). Dall’altra parte anche sul fronte Vivendi c'è da fare i conti con un andamento della controllata paytv Canal+ che perde abbonati (400mila in meno rispetto al 2014) e ricavi, calati del 2,1% annuo a 3,4 miliardi con un churn rate (tasso di abbandono) al 14,9%, un dato sicuramente non basso. All’alleanza industriale l’arduo destino.

© Riproduzione riservata