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Un diplomato su due pentito della propria scelta scolastica

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l’indagine almadiploma

Un diplomato su due pentito della propria scelta scolastica

Un diplomato su due ha scelto la scuola sbagliata. Questo preoccupante risultato emerge dall'indagine di AlmaDiploma, svolta in collaborazione con AlmaLaurea, pubblicata oggi che ha coinvolto 90mila giovani usciti fra il 2009 e il 2013 da licei, istituti tecnici, istituti professionali e scuole artistiche o pedagogiche.

E non è l'unico dato allarmante. In trent'anni l'Italia ha perso quasi il 40% dei propri diciannovenni, inoltre è in calo il numero di giovani che decide di proseguire gli studi e andare all'università; e anche tra chi fa questo importante passo il numero di chi abbandona è piuttosto rilevante.

Buone notizie invece arrivano sul fronte di stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, che effettivamente si rivelano fattori determinanti per trovare un impiego.

Una scelta poco consapevole
Gli studenti pentiti della propria scelta tendono ad aumentare a un anno dal diploma.
L'errore nella scelta è più diffuso tra gli istituti professionali: a un anno dal diploma il 48% opterebbe per un altro indirizzo; negli istituti tecnici questa percentuale scende al 40,6% e per le scuole artistiche o pedagogiche è al 40,4 per cento. I liceali farebbero una scelta diversa solo nel 29,8% dei casi.

Se sommiamo i diplomati insoddisfatti dell'indirizzo scelto a quelli “non contenti” della scuola frequentata, il grado di insoddisfazione sale al 58,6% per gli istituti professionali, a 45,9% per i tecnici, 50,1 per le scuole artistiche o pedagogiche e al 40,4 per i licei.

Università o lavoro?
I secchioni vanno all'università, gli “altri” si presentano sul mercato del lavoro. I diplomati più brillanti infatti, a prescindere dal tipo di scuola, nel 72% dei casi scelgono di proseguire gli studi.

A prescindere dal voto, il 65% dei diplomati si iscrive all'università. La scelta di proseguire gli studi, però, si rivela sbagliata per 18 diplomati su 100 dopo un anno dal diploma – 7 hanno abbandonato l'università mentre 11 hanno cambiato corso o ateneo - numero che sale a 27 dopo tre anni (di questi 9 hanno abbandonato gli studi).

Più nel dettaglio: a un anno dal diploma tra i 90mila ragazzi intervistati emerge che il 52,8% studia all'università, l'11,8% studia e lavora, il 15,8% lavora e basta, il 15,9% è in cerca di un'occupazione. Dopo tre anni lavora il 46,6%, studia e lavora il 16,1%, lavora il 23,7% e cerca lavoro l'11 per cento.

Ovviamente i liceali scelgono quasi tutti il percorso accademico (oltre il 90%), seguono gli studenti d'arte o di pedagogia (74,1%), i tecnici (48,6%) e i professionali (20%).

Stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro
Tirocini e stage hanno un effetto positivo in termini sia di gradimento che occupazionali: «chi ha svolto questo tipo di esperienza, rispetto a chi non l'ha fatta, ha il 42% in più di probabilità di lavorare»; la percentuale sale al 69% se si considerano le sole esperienze di stage in azienda dopo il diploma. Buoni anche i risultati del progetto di alternanza scuola-lavoro molto presente negli istituti professionali (73% del casi), abbastanza presente negli istituti tecnici (56% dei casi) e praticamente assente nei licei (15%).

Una scelta vincente si sta rivelando l'alternanza scuola lavoro, esperienza diffusa tra le scuole tecniche ma praticamente assente nei licei. In un caso su tre si traduce in un rapporto di lavoro: «A un anno dal diploma, infatti, tra gli occupati che hanno svolto l'alternanza, ben il 34% lavora nella stessa azienda in cui ha svolto il progetto», percentuale che sale al 38% tra i diplomati tecnici.

Formazione adeguata?
Nonostante la scelta fatta, che in un caso su due non è stata “indovinata”, emerge un buon livello di soddisfazione (7,2 su 10), dato uniforme per le diverse tipologie di studio, dovuto soprattutto ai colleghi, al luogo di lavoro e all'autonomia economica. C'è però un problema su cui il sistema scolastico dovrebbe interrogarsi, è cioè la scarsa coerenza tra quanto studiato e le competenze richieste dal mondo del lavoro: «Il 43% degli intervistati – rileva AlmaDiploma – ad un anno dal diploma ritiene di non sfruttare le competenze apprese nel corso della scuola secondaria superiore», questa percentuale scende al 34,9% dopo cinque anni.

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