Già da qualche anno è vivace in Veneto il dibattito su come sviluppare una maggiore sinergia e interazione tra scuola e mondo dell’impresa. Auspicando la formazione duale – modello che nel vicino mondo austriaco e tedesco ha successo già da qualche decennio – non sono pochi gli enti, le associazioni, le istituzioni, che promuovono iniziative di contatto tra aule scolastiche e mondo del lavoro. Le ultime due in ordine di tempo hanno sponsor “di peso”: Confindustria Veneto e la Fondazione Nord Est.
La prima iniziativa, promossa dall’associazione regionale degli industriali ma anche da AIDP Triveneto (associazione italiana per la direzione del personale), Coldiretti Veneto, Federalberghi Veneto, con il patrocinio della Regione e in collaborazione con il Miur, spinge l’offerta formativa degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), ovvero i corsi biennali di alta specializzazione che rilanciano la formazione tecnica e professionale. Si tratta di corsi alternativi all’università e consecutivi alla scuola superiore, che permettono di conseguire il diploma di tipo europeo (V° livello EQF – European qualification framework).
Dal 2011, anno della loro attivazione in Veneto, sono stati realizzati 42 corsi. Ad oggi gli iscritti sono 983, i diplomati 294, di cui 231 hanno trovato lavoro (il 78,6%, con punte dell’87% sui primi diplomati), segno dell’alta percentuale di occupabilità. I sei ITS veneti riguardano settori diversi: ITS Nuove Tecnologie per il Made in Italy-Comparto Moda-Calzatura, Padova; Istituto Tecnico Superiore-Comparto Meccatronico, Vicenza; ITS-Comparto Agro-alimentare e Vitivinicolo, Conegliano (Tv); Istituto Tecnico Superiore per il Turismo, Jesolo (Ve); ITS Area tecnologica dell’Efficienza energetica – Risparmio energetico e nuove tecnologie in bioedilizia, Padova; Istituto Tecnico Superiore Area Tecnologica della Mobilità Sostenibile - Logistica e Sistemi e Servizi Innovativi per la Mobilità di Persone e Merci, Verona.
«Confindustria Veneto pone un’elevata attenzione alla necessità di fornire ai giovani alte competenze spendibili nel mercato del lavoro – dice Marina Beggio, delegata per l’Education e la Formazione di Confindustria Veneto -, soprattutto nell’ottica di sviluppo del nuovo manifatturiero. In una fase in cui i giovani sono la categoria maggiormente penalizzata sul mercato del lavoro, gli Istituti Tecnici propongono la figura di “super perito” che ha spesso contribuito alla crescita di molte realtà produttive». Grazie alla forma giuridica della Fondazione in Partecipazione, gli ITS uniscono know-how e competenze di enti pubblici e privati – istituti scolastici, università ed imprese – di natura tecnico-scientifica e professionale. All’interno dei corsi, i tirocini formativi pesano per almeno il 30% del monte ore complessivo e i docenti provengono per almeno il 50% dal mondo del lavoro.
La seconda iniziativa innovativa che lega le imprese venete alla scuola riguarda la realizzazione di fablab, ovvero di laboratori di prototipazione rapida dove trovano spazio strumenti come stampanti 3D e laser cutter. Sono piattaforme didattiche all’interno della scuola, in cui gli studenti possono trasformare in realtà quanto hanno progettato e sviluppare competenze e abilità. La Fondazione Nord Est ha firmato un protocollo d’intesa con il Miur, il quale, nell’ambito del piano “La Buona Scuola”, riconosce il ruolo guida della Fondazione nella promozione e nella diffusione dei fablab sul territorio nazionale.
In questo solco, la Fondazione ha ideato una campagna di crowdfunding, promossa sulla piattaforma www.fablabascuola.it, con il supporto di UniCredit e la collaborazione di DWS Systems e Roland. La campagna è stata lanciata a dicembre 2014 con l’obiettivo di realizzare in alcuni istituti scolastici di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino una rete di fablab, e sensibilizzare cittadini e imprese sulla loro importanza quale ponte tra scuola e nuovo manifatturiero. Grazie a 150 donatori sono stati raccolti oltre 55mila euro, a sostegno della realizzazione di 5 nuovi fablab. «Un grande successo – ha commentato il presidente di Fondazione Nord Est Francesco Peghin -. Attraverso questo progetto pilota, abbiamo dimostrato che esiste un nuovo modo efficace e coinvolgente di aggiornare le competenze dei ragazzi. Ora l’auspicio è che questo progetto possa essere esteso a livello nazionale e che molte altre scuole italiane possano presto dotarsi di un “laboratorio di ricerca” per le imprese del domani».
I fablab sono stati attivati all’IPSIA Galileo Galilei di Treviso, all’ITIS Alessandro Rossi - ITS Meccatronico Veneto di Vicenza, all’ITIS Marconi di Padova, al Centro Moda Canossa di Trento, all’IPSIA Giorgi - ITIS Marconi di Verona. Il Liceo Artistico Sello di Udine non ha partecipato al crowdfunding, ma ha attivato il proprio progetto di fablab. «Siamo di fronte a cambiamenti epocali, caratterizzati da una profonda trasformazione delle tecnologie che governano i processi produttivi – commenta il direttore scientifico di Fondazione Nord Est Stefano Micelli -. Siamo orgogliosi di aver contribuito a generare una rinnovata sensibilità per il manifatturiero, anche attraverso la modalità di sostegno del crowdfunding, che ha permesso alle scuole di raccontare cosa di innovativo realizzano al loro interno e innescare così un dialogo produttivo con la società».
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