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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2013 alle ore 18:40.

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Greco di Tufo e Taurasi: due dei grandi vini campani

La Campania ha una storia enologica che nasce con gli antichi greci: probabilmente furono proprio loro ad introdurre i semi della vitis vinifera nella regione. Parlando dei nostri tempi, l'enologia campana ha puntato la propria barra nella direzione della qualità a partire dagli anni '80 e '90. Negli ultimi venti anni infatti i vini campani, sia bianchi che rossi, hanno ottenuto riconoscimenti e successo tra i consumatori. Altra caratteristica importante della vitcoltura della regione è la grande attenzione data ai vitigni autoctoni.

Tra tutte le zone di produzione, voglio soffermarmi oggi sull'Irpinia, di cui segnalo un bianco, il Greco di Tufo, ottenuto dall'omonimo vitigno, ed un rosso, il Taurasi, ottenuto dal vitigno Aglianico. La zona di produzione del Greco di Tufo è costituita da 8 comuni, tra cui Tufo, in provincia di Avellino, in cui il vitigno si è espresso al massimo delle sue potenzialità grazie ai terreni ricchi di zolfo e minerali. Un esempio di azienda di successo è Benito Ferrara.

La zona di produzione Taurasi comprende quasi una ventina di comuni, tutti in provincia d'Avellino. Tra questi vi è Castelfranci, piccolo borgo dell'Alta Irpinia a 450 metri d'altezza sulla Valle del Calore: zona particolarmente vocata alla coltivazione dell'Aglianico. Ed in rappresentanza del borgo, parlo della cantina Colli di Castelfranci.

Azienda Agricola Benito Ferrara – Tufo, Fraz. San Paolo (AV)

L'azienda Agricola è condotta da Gabriella e dal marito Sergio, anche se conserva ancora il nome del papà di Gabriella, Benito, prematuramente scomparso nel 1994. Anche i loro 2 figli, Lucia ed Antonio, seppur ancora giovani, iniziano a mettere il naso nelle "cose del vino", accompagnando ed aiutando, ad esempio, i genitori al Vinitaly. I Ferrara sono viticoltori da quattro generazioni: il bisnonno di Gabriella, Luigi, ha iniziato nel 1860 a coltivare vitigni autoctoni, tra cui il Greco. Il vino prodotto veniva venduto sfuso, soprattutto al nord: soltanto dal 1991 Benito ha deciso di uscire con proprie etichette. Attualmente gli ettari vitati sono 9,5 e consentono di produrre circa 45.000 bottiglie. I vigneti sono tra i più vocati nel territorio alla coltivazione del Greco, per esposizione, altitudine e composizione del suolo. Tra le loro sette etichette ho assaggiato il Greco di Tufo D.O.C.G. "Vigna Cicogna" 2012.

Greco di Tufo "Vigna Cicogna" 2012 DOCG

Vino bianco, di grado alcolico pari al 13,5 %. Ottenuto da uve Greco di Tufo in purezza, derivanti da un vigneto, Vigna Cicogna, che rappresenta un vero e proprio Cru. Il nome deriva dal fatto che già nell'Ottocento tale vigna era scelta dagli aironi per nidificare. Questo vino è nato per caso: l'uva di tale vigneto era infatti vinificata insieme alle altre, ma nel 1996 capitò che un serbatoio contenesse solo uve di Vigna Cicogna. Il risultato fu così entusiasmante che da quel momento in poi si fecero vinificazioni separate, e Vigna Cicogna è diventato il vino bianco simbolo dell'azienda. Ad oggi se ne producono circa 10mila bottiglie. La vendemmia si fa a fine ottobre, a cui segue una vinificazione in acciaio, con pressatura soffice e fermentazione controllata. Il vino matura per sette mesi in acciaio e si affina per 1-2 mesi in bottiglia prima della vendita. Versandolo nel bicchiere spicca il colore giallo paglierino, intenso e luminoso. I profumi sono eleganti ed equilibrati. Il tipico finale di mandorla è anticipato da frutti e fiori bianchi. In bocca si conferma armonico, giustamente sapido e con una buonissima persistenza. Sarei curioso di riassaggiarlo tra 4-5 anni.

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