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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2012 alle ore 07:05.

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Guai a chiamarlo risparmio. Miniera energetica, semmai. La più grande a nostra disposizione. Economica, lucrosa per tutti, perfino per le dissestate casse dello Stato. Sì, perché l'effetto combinato delle buone misure per incrementare l'efficienza, ovvero l'uso più razionale e tecnologicamente avanzato dell'energia, ha già ampiamente dimostrato di essere il modo più corretto per garantirci un degno futuro energetico assolvendo agli obblighi di rendere l'ambiente un po' meno oppresso dal degrado e dai fattori inquinanti.

Una strada meravigliosamente conveniente, come Il Sole 24 Ore dimostra in questo Rapporto dedicato all'efficienza. Un piccolo tributo all'Anno internazionale dell'energia sostenibile. Ma anche all'industria italiana, nella quale operano imprese all'eccellenza mondiale nelle soluzioni per ottimizzare i consumi elettrici, termici e dei carburanti per la mobilità.

Nessuna rinuncia. Al contrario. Più industria, più tecnologia, più occupazione nel grande business che l'efficienza energetica può creare. Ci muoviamo bene? Non troppo. L'Europa sembra perfino ossessionata dalla frontiera dell'efficienza energetica, ma un po' arranca. L'Italia fa buone cose, discontinue. Ecco le detrazioni fiscali per rendere più energeticamente razionali gli edifici e le nostre abitazioni. Lo Stato, a sorpresa, ma non troppo, ci ha guadagnato. Perché le risorse economiche trasferite ai cittadini sono ritornate in casa, con gli interessi, sotto forma di maggiori entrate fiscali legate sia alla vendita di dispositivi sia all'esecuzione dei lavori. Con un effetto volàno sulla nostra bisognosa economia. Riconfermare questa filosofia, che ha dimostrato di ben funzionare, magari affinandola negli strumenti? Operazione faticosa. Ma qualcosa si sta facendo.

In due ore, il 16 marzo scorso, il nuovo Fondo Kyoto per l'ambiente, dedicato alle imprese, ai condomini ma anche ai singoli cittadini, è stato preso d'assalto anche grazie alle buone modalità telematiche studiate per lanciare lo strumento: 7mila accessi, oltre 600 domande, 60 milioni richiesti. «Una risposta che conferma la grande voglia di economia verde che c'è nel nostro paese», rimarca il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. Le risorse sono significative. Nella prima fase 600 milioni, con tassi agevolati dello 0,50% destinati alla micro generazione diffusa, ai biocombustibili, alle rinnovabili di piccola taglia (compreso il sempre più efficiente solare termico) e alla ricerca nelle tecnologie innovative. C'è tempo fino al 14 luglio per presentare le domande attraverso il sito Internet della Cassa depositi e prestiti.

Certo, manca una strategia complessiva. Il nuovo piano per l'efficienza energetica è in lista d'attesa. Così come manca il più volte promesso piano energetico nazionale. Eppure, la spinta allo sviluppo può passare anche dalla riqualificazione edilizia, urbana e delle infrastrutture in chiave ecologica (si veda pagina 2).

L'Europa? Grandi impegni, ma in un'altalena di promesse, lentezze e indecisioni. Introdurre nuovi obiettivi per le rinnovabili e l'efficienza al 2030, chiede il Parlamento europeo in una mozione, peraltro non vincolante, adottata a metà marzo a larga maggioranza. Sull'onda di un esplicito warning: il deficit energetico Ue è salito nel 2011 di oltre il 26%, alla soglia dei 100 miliardi di euro. E sarà praticamente impossibile ridurre le emissioni e razionalizzare l'uso dell'energia secondo gli obiettivi promessi nel protocollo 20-20-20. Bisognerà lavorare parecchio.

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